Mike Spine – Forage&Glean (Global Seepej Records)

Listener

Album di consacrazione che incrocia il miglior folk passato e presente con un parte più oscura e cupa per il nuovo doppio volume di Mike Spine a raccogliere la testimonianza di tutto ciò che è stato dopo dieci album e più di venti anni di carriera in giro per il mondo ad aprire concerti di Mike Watt, Los Lobos, Stef Burns solo per citarne alcuni tra un mare di nomi in una biografia sterminata.

Le canzoni sono racconti di vita, sono le grida di una classe operaia tra i mattoni in costruzione dei quartieri industriali, sono i suoni che inglobano un paesaggio metropolitano e periferico, nella solitudine di un folk raccontato per immagini tra ingiustizie di ogni sorta e il desiderio di riscatto, il desiderio di difendere gli ultimi e i più deboli, senza chiedere nulla in cambio, ma piuttosto rinvigorendo una pura esigenza che si scontra con le necessità della vita di ogni giorno.

Due capitoli che virano quindi dal cantautorato più solitario, al contorcersi al suolo in un rock più oscuro che ricorda Jimmy Gnecco e i suoi Ours, parallelismi non scontati, per vicende in divenire pronte ad entrare nel cuore di chi ascolta; un ottimo modo per celebrare le avversità della vita, un ottimo modo per chiamare in causa grandi pezzi che per l’occasione sono stati raccolti in un unico, grande disco.