L’io – BonTon (SeahorseRecordings)

Cantautorato strampalato che abbraccia l’indie rock trasformandolo in un pop pronto a stupire per freschezza e vivacità, componenti che non mancano per questo album d’esordio del cantautore napoletano Flavio Ciotola.

Dentro allo pseudonimo c’è un mondo, un mondo intero, una presa di posizione, un essere cosciente di ciò che un giorno cambierà, un’evoluzione quindi che parte da noi, dal nostro modo di vivere e inevitabilmente questo tutto viene riversato in maniera emblematica in pezzi dai titoli e dai testi più strampalati, ma che nascondono quella sottile ironia che non guasta a certo tipo di produzioni.

Sono testi esistenziali, che parlano di noi, delle nostre paure, dei nostri stati d’animo e della nostra capacità di risolvere le situazioni quando meno te lo aspetti, lasciando tutto e seguendo ciò che sentiamo dentro, questo è un album sul bon ton o meglio sulla presa in giro di tutto un mondo che ostenta fin troppo una facciata che alla fine non appartiene a nessuno, ma è solo uno specchio per farci belli, uno specchio che non percepisce le profondità.

L’Io invece scava dentro di Noi, partendo da Zero e passando per pezzi memorabili come Resta poco tempo o Spiegami perché mi innamoro sempre delle troie, passando per Buongiorno un cazzo e concludendo con il finale di Difetti Perfetti.

Un disco sonoramente difficile da incasellare, perché forse il nostro, ha trovato fin da subito un proprio stile, una propria via da seguire, un album ben strutturato e vario, capace di entrare facilmente nella mente di chi ascolta e non andarsene più.