Zagreb – Fantasmi ubriachi (Foresta Fonica Records)

Rock tirato ed esistenziale che non si ferma alle apparenze, ma stupisce per sostanza ponendo l’accento su considerazioni che vanno oltre il quotidiano e l’idea che ci siamo fatti della vita.

Questo, della band stanziata tra Padova e Treviso, è un lavoro ricercato e qualitativamente buono che intasca la prova dei tempi che furono, soprattutto del suono italiano dei primi 2000, per rielaborare il tutto con originalità e grande maestria, coadiuvati per l’occasione da Manuel Fusaroli e Federico Viola; un album che vuole parlare all’Italia e denunciare un modus vivendi che ci affligge e ci rende immobili davanti alle difficoltà quotidiane il tutto impastato da sonorità che ricordano I Ministri su tutti e qualcosa dei primi Zen Circus, in un vortice di tensione che esplode in multiformi energie da domare.

Nove pezzi che raccontano dei nostri giorni, lo fanno con verità e normalità, senza essere disimpegnati e tantomeno pesanti, anzi la peculiarità di questa prova sta proprio nel fatto si saper raccontare un momento della nostra vita così delicato in naturale sintonia con i nostri pensieri, creando un ponte visibile tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.