Eugenio Rodondi – D’un tratto (Phonarchia Dischi)

Il nuovo di Rodondi è uno schiaffo alla realtà che ci circonda. In modo sghembo e stralunato il cantautore torinese raccoglie le vicissitudini del momento, il vivere quotidiano per programmare a tavolino una prova dal sapore dolce amore dove amori, disillusioni, coppie disturbate, appigli per un futuro migliore, sono alla base per questo disco che effettivamente ha il sapore di un tempo andato, abbandonando la poetica folky non sense dei cantautori odierni per arrivare al punto grazie a strati di verismo che si fondono e confondono con i fatti che ci circondano. D’un tratto è un insieme di poesie gridate alla luna, sussurrate al caldo tepore estivo, immagazzinate a dovere nella nostra memoria e cesellate fino ad ottenere un risultato che nel suo insieme nasconde qualcosa di speciale. Dai Beatles passando per Lucio Battisti fino a Buffalo Springfield il nostro intraprende un viaggio in una realtà capace di imbrigliare le relazioni, rilasciandole sotto forma di racconto e centellinando ogni singola parola.

Eugenio Rodondi – Ocra (Phonarchia Dischi/Audioglobe)

Questo disco sa di terra, di sabbia, quella che calpesti nelle giornate al mare, bagnata leggermente da secchielli sparuti e poco interessati a dare linfa vitale ad un terreno troppo caldo per essere compreso.

Eugenio Rodondi al suo secondo disco si appassiona al cantautorato febbricitante che esce direttamente da un film di Morricone, tra pietre scaldate al sole e lucertole che cercano un leggero refrigerio all’ombra di qualche foglia d’erba.

Il cantautore torinese sancisce definitivamente la propria maturità con un progetto artistico che spicca per talento e capacità vocale, la prima forse a farsi notare, tra ballate ironiche e meditative come solo il migliore Tom Waits sa confezionare.

Un album che tocca i campi, i cieli azzurri e i prati, che parla in prima persona della difficoltà di trovare un posto di lavoro, quest’ultimo preda quotidianamente di classismo sociale, dimenticando la vera essenza del tutto, tra ignoranza e un mondo fatto di finzione.

Una prova quindi che denota carattere solare e riflessivo, colto e mai banale, un risveglio  naturale che sa di giallo carico, tra note di acustica a marcare un territorio fatto di colpi di scena e sostanza.

Quasi come essere dentro ad un film quindi, dove i protagonisti siamo noi alle prese con i piccoli e quotidiani misteri della vita che per quanto piccoli alle volte sembrano inconcepibili.