Maxima Luminosa – Maxima Luminosa (Autoproduzione)

I Maxima Luminosa sono il suono della corrente che illumina i prati, in modo naturale, abbagliando l’orizzonte e confluendo in sonorità geometricamente instabili e ricercate, capaci di comprendere le limitatezze e i pregi in una continua ricerca ragionevole di un suono elettronico dosato al pop e al rock che fa il verso ad un’impalcatura prettamente cantautorale dei testi che si innesta a dovere con le particelle elettrizzanti di albori di luce fuori controllo, quasi imprevedibili, che accendono speranza e lasciano molto all’improvvisazione, quell’improvvisazione accentuata in tutte e quattro le tracce che compongono questo breve ep emozionale che vede per protagonisti i siracusani Giuseppe Baio e Rossella Cubeta, un duo alle prese con le sperimentazioni che vanno oltre il concetto di già sentito per implementare la ricerca verso lidi misteriosi e del tutto personali, in un mondo di disincanto che è esso stesso terreno fertile per fare nascere nuove idee, abbracciando i sentimenti del tempo e dell’anima, un album che è  composizione di suoni intrecciati, aprendo le porte alle sperimentazioni future e lasciando un piccolo segno in questo presente.

Habitat – MaiPersonalMood (Faro Records)

Essere lontani da casa e raccontare di un mondo diverso, poco conosciuto, in attesa di nuovi sviluppi e soprattutto un mondo capace di darti capacità espressive che si dipanano lungo brani di pop elettronico cantati in italiano tra geometrie essenziali e sbilenche, un mondo che non di certo appare invitante, ma che sicuramente regala possibilità mai fini a se stesse.

Un lavoro molto elettro indie quindi che non sfigurerebbe di certo nel panorama nazionale anzi un disco che convince sin dalla prima Ego per capacità di divincolarsi dal già sentito per formulare una tesi del tutto soggettiva, del tutto originale, quella forte capacità di raccontare un mondo attraverso il viaggio, attraverso il volo di un aereo, attraverso le nuvole che scompaiono oltre l’orizzonte.

Ecco allora che la band di Francesco Allegro sa ricomporre i colori grazie ad un’essenzialità di fondo che ambisce ad essere voce portante nel panorama indie pop italiano, un disco fatto di sogni e speranze celate, un disco di sussurri e voli pindarici, di gesti metropolitani e di città nascoste allo scorrere dei giorni.

Malamadre – Malamadre (BProduzioni)

Il mondo a fumetti approda nella musica e ci regala uno strampalato affresco veritiero di una società stagnante pronta ad essere inghiottita e fagocitata da qualsivoglia schema privo di ordine, capace di relegare il passato a mero ricordo e di costruire nuove forme di comunicazione e sensazionale visionarietà.

Malamadre è un collettivo di artisti polivalenti che si mette in gioco per raccontare, per estrapolare vissuti e onirici e in qualche modo dare un senso a ciò che li circonda, con cantato in italiano e vissuti che si innestano alla goliardia dei momenti felici, un progetto che sa di nuovo, ben strutturato e congegnato per l’occasione.

11 pezzi tra cui spiccano Chi non muore si  risiede, La canzone della luna e La regina che non dorme senza dimenticare Il tango delle portiere, singolo che ha ricevuto un successo di critica al Roma Web Fest ricevendo il Premio Speciale Club Tenco e Olio vincitrice di altri riconoscimenti non meno importanti.

Un gruppo quindi in divenire che non si accontenta di fare poesia ammaliante su carta, ma suona come un vero e proprio diario aperto dove il tempo scorre inesorabile e quegli attimi di luce lontana, sembrano i riflessi di un giorno che mai verrà, un raccontare quindi il presente con ironia senza tralasciare il significato insito nelle loro canzoni.

Tre cover diverse disegnate per l’occasione per un rock elettro acustico condito da sprazzi di vera e propria originalità che ammorbidisce i giorni e consegna nuova speranza.