Zizzania – Eclissi (VREC)

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Abrasivi e lucidi capaci di scandagliare l’orizzonte alla ricerca di una meta solare in grado di nascondere le nostre facce e i nostri volti al tempo che verrà in precise e sostanziali ambientazioni fatte di buio e luce, di oscurità da dove poter uscire a suon di rock in un contesto asfittico che ricerca, nel labirinto della vita musicale italiana, un punto di forza, un punto nevralgico su cui poter contare. I Zizzania costruiscono il proprio stile musicale partendo dalle origini del rock nostrano di fine anni ’80 e ’90, dagli Afterhours fino ai Litfiba, passando per i Negrita e i Marlene Kuntz attraverso ponti immaginari che si rifugiano nella bellezza e nell’importanza dei testi ad incrementare poesie in musica che lasciano il segno non certo per la loro banalità. Pezzi come Sei gocce di veleno, Perdere le tracce, Mentre dormi, Fortuna si fanno ricordare costringendo l’ascoltatore a dare un senso costante all’ascolto che diventa attenzione e non più mercificazione e abbandono, un ascolto necessario capace di andare oltre i margini di questa nostra realtà. 


Punkillonis – Eclissi (Pick up Records/Bella Casa music/Punkillonis)

 

Non c’è nulla da dire, qui ci troviamo davanti ad una evoluzione del punk nostrano che riprende in gran parte temi già conosciuti e li trasforma all’interno di una realtà, quella italiana, che non da scampo, che non concede.

Ecco allora che la rabbia va gridata, quasi fosse una continuità cercata e voluta con gruppi come CCCP e i primi Skiantos, una prosecuzione naturale del turbinio politico e sociale che innescava canzoni e tremante si faceva portavoce di una generazione e di un male di vivere.

I cagliaritani Punkillonis sono molto conosciuti in terra d’origine e dopo due cd alle spalle e numerosi concerti, condividendo i palchi di numerosi artisti del calibro di Linea 77, Meganoidi e Derozer, si cimentano nella terza prova da studio confezionando il riuscitissimo Eclissi.

Disponibile anche in vinile, il disco parla di percezioni e decadenza, di luoghi del buio e di caparbietà, un’immane ricerca del giusto, del vero, di una libertà che non solo è propria di questa musica, ma deve essere costante ricerca all’interno di ognuno di noi.

Ecco allora che il singolo Dove gira il vento lo troviamo a chiudere il disco mentre in mezzo ci sono i Ramones, i Clash di Sandinista e tanto sapore amaro nel tempo che se ne va, un tempo che per i nostri non deve essere perso, anzi deve essere raccolto, vissuto e impreziosito da attimi di vita; per il resto lungo i 16 brani si ascolta tutta musica ben suonata e strutturata, non c’è altro da aggiungere.