House of tarts – House of tarts (Autoproduzione)

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Dimensioni sghembe elettroniche che ritrovano un appeal esistenziale nella concentrazione unisona di suoni che rispecchiano un mondo in decomposizione e alienante capace di straniare grazie ad atmosfere da horror b movie anni ’80 in un condensato da sistemare, ma che ammalia per coraggio, dose di sperimentazione appropriata quanto basta e vacuità di fondo che annebbia e ci conduce attraverso un mondo privo di punti fermi e in grado di variare ad ogni battito di ciglia. Le House of tarts sono un duo alquanto particolare capace di dimenarsi tra sintetizzatori e basso creando tappeti sonori carichi di quella schiettezza che porta con sé la post adolescenza incipriata da citazionismo colto che assorbe e porta a scoprire la realtà tra The Yellow line passando per la riuscita A day as anubi e My lullaby per poi tornare alla potenza di fondo con Unjohn50 e alla dolcezza del finale lasciato a Pearl. Le giovani sperimentatrici insaccano una prova davvero particolare che necessiterebbe soltanto di qualche aggiustatina nella cura del suono e delle voci; un duo che ha già le fondamenta per diventare le nuove Lilies on Mars.

IBreviDiverbi – IBreviDiverbi (VREC)

Prendi un tavolino, un divano, una bibita rinfrescante, leggermente gassata e prendi anche una giornata di sole, dove i fili d’erba si trasformano in corde per la tua chitarra, in corde acustiche che si lasciano andare veso nuovi orizzonti, verso nuovi lidi.

IBreviDiverbi si concedono molto, regalando altrettanto, sono solo in due, due chitarre che incastonano perle preziose di quel cantautorato sbarazzino che ricorda molto la scena italiana degli anni ’60/’70 quando bastava uno strumento e la propria voce per fare la storia della musica.

Accomunati dal gusto e dal piacere di ascoltare Battisti leggermente più swingato e riportato ai canoni estetici moderni i nostri confezionano 10 canzoni che sanno di freschezza, di limpidità e di quella capacità sonora di perdersi dentro ad un accordo, dentro ad una cena tra amici in cui l’animazione post serata si concede ad uno strimpello sopraffino di vivide immagini e poesie.

Ecco allora che nasce questo raffinato cantutorato, nasce davanti ad un tavolino, a qualche sedia e ad un divano, quel divano in cui ci siamo fermati spesso tutti noi ad ascoltare, spingendo la notte sempre un po più in là.