Lavoro prettamente pop ben suonato e arrangiato che accoglie emozioni oltre cameretta e racconta di viaggi immaginari e nel contempo vissuti dove figure che ci appartengono sono le protagoniste dei racconti che viviamo, dei racconti a cui non possiamo rinunciare. Il disco dei Case di vetro è un album che ricorda le atmosfere dei romani Bosco con la voce di un Toffolo in splendida forma a parlare di tutto quello che abbiamo lasciato alle spalle e di tutto quello che possiamo ancora conquistare. Sono sette tracce che percorrono un ideale spaccato di vita che ci può sfiorare da vicino, attraverso un’elettronica di confine e un cantato in primo piano che si sposa molto bene con l’integrità del tutto a riscoprire forme e ad ottenere risultati che ammiccano al dream pop spaziale nei finali aprendo ad un post rock suonato e vibrato fino all’attesa che tutto possa ricominciare nuovamente. Bon Voyage è essenzialmente un diario di viaggio che vola alto e incornicia l’attimo che abbiamo vissuto intensamente. Citazioni e lavoro d’insieme sono punti fondamentali per il buon risultato della prova nella sua essenza totale.
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La nevicata dell’85 – Secolo (Fumaio Records – Dreamingorilla Records)
Questi suoni che entrano come onde in un abisso si divincolano con gran stile e disinvoltura in un vortice di concatenazioni che interrompono melodie scontate per creare quello stato di grazia e malinconia degna di uno stile personale e immaginario.
Per far nascere “La nevicata dell’85” e in questo caso “Secolo” bisogna prendere un po’ di Massimo Volume e Offlaga, qualche cavalcata post rock alla Mars Volta e i suoni del verdeniano “Solo un grande sasso” e il gioco è fatto: un viaggio di introspezione claustrofobica a colmare segni di esagerazione composta e arpeggi silenziosi quasi commoventi che tramutano la luce in sera, il pensiero in abbandono.
I testi sono un concentrato di pensieri in dissolvenza, urla che squarciano e riposi meditativi, possibili mete da raggiungere in un vorticoso divenire.
Tutte le 8 tracce devono essere ascoltate in rigoroso stato di semi oscurità, perchè solo in questa fase si possono carpire le sfumature e l’origine di un album così ben suonato.
Un disco immacolato quindi che prende forza e vita dal turbamento quotidiano rischiando di diventare colonna sonora per l’inverno che verrà.
Se uscite attenti al ghiaccio.
The Geex – The Geex (DreaminGorillaRecords)
A Maggio è uscito un piccolo disco di quattro pezzi suonati al limite.
Un gruppo di ragazzi che si divertono a portare chitarre granitiche contro il muro del suono mescolando basso interpoliano a chitarre opethiane senza cadere nel banale.
Un biglietto da visita pienamente sfruttato lungo le tracce che si lasciano andare lungo sentieri ecologisti e impegnati, di denuncia sociale e rigoroso combat style come nella maestosa “Africa”.
Il disco dei torinesi raccoglie numerosi spunti che i quattro dovranno saper cogliere in profondità per un pieno full lenght.
Le premesse ci sono tutte, anche perché qui si attinge a una cultura musicale approfondita e preparata che ha il suo pieno sviluppo nella ricercatezza inusuale dei testi.
Un lavoro semplice e allo stesso tempo ricercato con gli occhi che guardano verso destinazioni lontane.