Dance with the bear – Disco di platino (Autoproduzione)

 

Incrociatori tappezzati di sonorità dance che amplificano a dismisura un suono che colpisce allo stomaco, che spacca di brutto e diventa irrequieto nella bellezza di testi diretti che non lasciano scampo, ma proprio attraverso una semplicità di fondo riescono a penetrare grazie a refrain memorabili e di sicuro effetto in grado di scardinare in modo egregio il pop italiaco con una formula assai strampalata che mette assieme il nordico Gunther con gli MGMT, passando per Bloody beetroots e la disinibizione di Francesco-C per suoni e attitudine che ricorda il punk più crollato trasportato però nel 2016 implementato quindi da una cura elettronica che non vede fine in nessun pezzo, ma anzi fa da filo conduttore per le nove tracce proposte in un altalenante discesa/ascesa dentro ad una società da interpretare e alquanto lontana dalle forme di comunicazione usuali.

I Dance with the bear con questo nuovo album entrano a far parte di un progetto alquanto interessante, dopo il buon successo di I love you Bears cesellano con astuzia canzoni tormentone che non si interrogano sulla qualità della proposta e di qualità ce n’è tanta, ma piuttosto incanalano tutte le loro energie nello sputare in faccia alla realtà un disco destinato, in primis, a far muovere il culo e questo, di certo, non è poco.