Pistoia Blues – Compilation Next Generation 3 (VREC)

banner

Tripletta per la VREC di David Bonato e la compilation del Pistoia Blues, tre anni consecutivi nel raccogliere i migliori talenti usciti dal concorso Obiettivo Bluesin e qui raccolti in un composto davvero notevole, dove generi di diversa caratura e peso sono amalgamati nella costruzione di diciannove canzoni intense e a tratti sbalorditive. E’ bello pensare che ci sia ancora la possibilità, come negli anni ’90, di avere un quadro generale di un determinato momento, di un determinato contesto qui raccolto in un cd in edizione limitata a trecento copie, un disco capace di rendere ancora più preziosa l’intera produzione. C’è Borrkia e la sua big band, Maurizio Pirovano, Frank DD & Friends, ma anche nomi meno noti, ma impattanti come Diraq o i Ramrod che con la loro October chiudono il disco e aprono speranze per il futuro. Un insieme di musica davvero esemplare e dall’alto livello intrinseco capace di perfezionare e dare la possibilità a numerose band di garantirsi una vetrina unica per i sogni a venire.

Live Report – Editors + The Cult – Pistoia Blues – 06/07/17

Doppio live completo e soprattutto eterogeneo in quel di Pistoia che per l’occasione trova un velato connubio tra il rock del passato, quello classico partito dall’oscurità dei primi anni ’80, ricordando la dark wave a approdando a territori hard rock impattanti rappresentati da i The Cult per arrivare a suoni mescolati all’elettronica e all’uso smodato di effetti e sintetizzatori che gli Editors hanno saputo rinvigorire a dovere per dare giusto equilibrio tra sperimentazione e canzone pop. Prerogativa necessaria questa e alquanto sentita negli ultimi due dischi della band di Stafford, capitanata da Tom Smith che per scelta abbandona una cupezza d’animo e introspezione interiore per dare vita, anche in chiave live ad uno spettacolo dal forte appeal emozionale.

I suoni escono dagli amplificatori ancora quando il buio tarda ad arrivare, I The Cult sono granitici, carichi e sicuri che il pubblico accorso per loro non sia da meno, fanno un live ricco di classici intramontabili come l’intro Wild Flower, Rain, She sall sanctuary e Fire Woman, uno show di un’ora e mezza che porta, gran parte della gente presente, ad un tuffo indietro nel tempo con il frontman Ian Astbury che coinvolge il pubblico, suona il cembalo e conduce attraverso suoni fatti di puro rock pesante mescolato da assoli di psichedelia contagiosi che pongono in primo piano Billy Duffy e il suo armamentario di sei corde esplosive.

Cambio palco ed entrano in scena gli Editors, enormi ventole fanno da scenografia e le luci si fondono in un set davvero importante e sentito, sono rari i gruppi che riescono a creare un connubio unico con chi li ascolta e questa sera è successo al Pistoia Blues con loro, a dimostrarlo sono le generazioni passate e giunte per i The Cult che si muovono compulsivamente ai ritmi incalzanti della band inglese più recente, strappando applausi sinceri e di trasporto ad ogni canzone. Tom Smith è un personaggio strano, canta, si muove e si contorce, non si ferma un secondo se non quando suona il piano, i suoi gesti trasportano e la sua voce proietta potenza controllata in ogni singolo pezzo. Sugar, Munich, Blood, An End Has a Start, The Racing rats, A ton of love, Papillon sono solo alcuni dei più lucidi esempi che si percepiscono ancora a giorni di distanza.

Quello a cui si è potuto assistere Giovedì 6 Luglio, in questo meraviglioso Festival dal contesto davvero unico, è stato un insieme di concerti che hanno saputo coniugare passato e presente senza rinunciare a nulla dal punto di vista compositivo e di qualità, i The Cult che proseguono i loro live sicuri di aver posato, da decenni, solide fondamenta tra i loro fan e gli Editors così preziosi e imponenti che rispetto agli esordi, comunque convincenti, ora come ora fanno paura.

Setlist Editors

Cold
Sugar
Munich
Blood
Hallelujah
Eat Raw Meat = Blood Drool
Life Is a Fear
An End Has a Start
Smokers Outside the Hospital Doors
Two Hearted Spider
Magazine
No Sound but the Wind
Ocean of Night
All the Kings
The Racing Rats
Nothing

BIS

The Pulse
A Ton of Love
Marching Orders
Papillon

Setlist The Cult

Wild Flower
Rain
Dark Energy
Peace Dog
Lil’ Devil
Birds of Paradise
Nirvana
Deeply Ordered Chaos
The Phoenix
Sweet Soul Sister
She Sells Sanctuary
Fire Woman

BIS

King Contrary Man
Love Removal Machine

Foto e Articolo: Marco Zordan

Fantasia pura italiana – Buffoni pecore e re (VREC)

La teatralità del  momento affonda le proprie radici lungo cinque pezzi che si muovono in modo assolutamente naturale tra folk, cantautorato, funk e ska alla ricerca del mood giusto per riuscire nell’intento di prendere alla leggera i grandi temi della vita, trasformando le aspirazioni del tempo in qualcosa di più concreto e sentito, disinvolto e ironico, in grado di entrare nella testa di chi ascolta, assaporandone versi, parole e concentrati di emozioni ben definite, da ballare, per un’estate che è emblema per questa musica, per un’estate che non vuole finire.

Loro sono toscani, ma trapiantati a Roma, hanno un nome da linea alimentare da supermercato, ma non per questo sono commerciali, anzi, la loro canzone pop è intrisa di significati congegnali ad ogni occasione, si passa facilmente dal singolo Piripì fino a Fette biscottate e Rock’n’roll, cambiando genere, sentendo il respiro della gente, il calore umano, necessario a questo tipo di band per progredire, un calore generato dalla commistione di più elementi in grado di apportare una formula tanto strampalata, quanto riuscita, in nome della musica, per la musica.

Questo è un disco che non è un riempitivo per l’aperitivo delle sei, anzi, questo è un album in grado  di far comprendere una musica che al primo ascolto sembra leggera come un vento primaverile, ma che nel profondo porta con sé le necessità del nostro vivere quotidiano.

Bastille – The National – LIVE Report – Pistoia Blues 2016 – 11/12 Luglio – Indiepercui

Qualche giorno in Toscana e beccarsi anche un paio di concerti al Pistoia Blues, non è da tutti, anzi è una fortuna consegnata in mano a pochi, una possibilità, oltretutto magnifica di viaggiare per terre dove la musica e il buon cibo sono di casa e soprattutto dove le bellezze architettoniche fanno da scenario complementare ai suoni di un palco che per l’occasione nelle serate dell’11 Luglio e del 12 Luglio ha ospitato grandi nomi del panorama musicale internazionale: i poppeggianti Bastille con in apertura i Kelevra, già band recensita su queste pagine virtuali e la sera seguente Father John Misty ad aprire per l’indie rock band americana The National.

Il centro di Pistoia ospita, quest’anno, la 37° edizione di un festival che nel corso del tempo ha saputo intensificare la proposta accontentando vari estimatori di musica, da quella più semplice e orecchiabile,  all’introspezione sonora, fuori dalle canoniche regole del mercato, cercando di avvicinare l’idea di evento a 360° atteso non solo a livello regionale, ma anche e soprattutto nazionale pensando ad un connubio tra musica e arte che solo pochi Paesi nel mondo si possono permettere.

Kelevra – Bastille 11 Luglio 2016 – Pistoia Blues

Serata calda, troppo calda, arriviamo con l’auto, si parcheggia al Cellini, comodo parcheggio ad 1 km dal centro, il tempo per ritirare i pass e mangiare qualcosa e ci fiondiamo nell’area concerti, testa a sbirciare la piazza e con non troppa sorpresa migliaia di adolescenti pronte ad ammirare la band del singolo strappa cori Pompeii.

Ad aprire i Kelevra con il loro pop trascinante e sintetizzato, congegnale alla serata, ma non troppo, in quanto carico di testi mai banali e una capacità di stare sul palco, direi invidiabile per una band così giovane e assetata di futuro da assaporare.

Ore 22.00 salgono i Bastille, band londinese che si è imposta nel corso degli anni grazie a fortunati singoli e pronta a sfornare, quest’autunno, un nuovo disco dal titolo Wild world, che grazie a canzoni di facile appeal, già ascoltate nel live, si dimostrerà capace, senza ombra di dubbio, di farsi strada tra i nuovi tormentoni del momento.

Il set sul palco comprende un efficace schermo dove le proiezioni di ottima fattura scorrono in loop emozionando la platea di giovani e agguerrite fan che si lanciano nei classici: sei bellissimo e we love you dedicati al frontman, tra selfie all’ultimo grido e canzoni cantate a memoria. Musicalmente i nostri sanno il fatto loro, una scaletta breve, un’ora e trenta di concerto, ma allo stesso tempo tirata a dovere, dove classici pezzi come Bad Blood, Laura Palmer e Things we lost in fire sono alternati dalla cover di TLC, No scrubs e da una Of the night, cover di Corona, presente nel loro primo album e suonata nel finale a preannunciare una perfetta Pompeii per un concerto per così dire radiofonico, senza imperfezioni, il disco tale e quale per come si presenta senza aggiungere nulla di nuovo ad una dimensione live che meriterebbe però di essere ampliata.

Is this the reeboks or the nike no cioè This is the rhythm of the night e si torna a casa canticchiando.

 

Setlist Bastille

Bad Blood / Laura Palmer  / Send Them Off / Things We Lost in the Fire / These Streets /Blame / Overjoyed / Weight of Living, Pt. II / No Scrubs (cover TLC) / The Currents / Good Grief / Flaws / Oblivion / Laughter Lines / Lesser Of 2 Evils / Icarus / The Draw / Of the Night / Pompeii.

Father John Misty – The National 12 Luglio 2016 – Pistoia Blues

Ben altro livello musicale la sera seguente, dove a calcare il palco del Pistoia Blues, troviamo due tra le più rappresentative band americane in circolazione, entrambe di passaggio in Italia, Father John Misty per un set anticipato, conteso ed elettrico, spruzzato dal folk e dal blues, in un itinerario complesso di musica targata ’70, ma proiettata al futuro, un fascino indiscutibile e una capacità che si consuma e rinasce, che si apre e si chiude tra pezzi come When you’re smiling and astride me , il capolavoro Bored in the USA, passando per le perle di True affection e il finale di Ideal husband, il pubblico è numeroso, molto numeroso, risponde e si sente, ad incrementare il calore già presente nell’aria.

Puntuali alle 21.30 i The National, spigolosi e concentrici lasciano la grandezza della loro carriera alle spalle per consumarsi in un live di due ore commosso e sentito, visibilmente fragile e dimesso, con Matt Berninger che cammina grattandosi la testa sul palco, pensando, riflettendo, in una narrazione musicale che strappa applausi sinceri, un’unica data nel nostro Paese che ha tutto il sapore della magia e delle cose migliori, gavetta e riconoscimenti, sudore e adrenalina, tra canzoni tratte dai numerosi dischi alle spalle e altre attraenti novità, fino alla fine, fino al bagno tra la folla con Terrible love e poi ancora in acustico l’ultima indissolubile Vanderlyle crybaby geeks, con tutto il pubblico di Pistoia a cantare nel lasciare la propria casa, cambiare nome e vivere la propria vita da soli; un live che porta con sé il sapore di un altro tempo per una band più commossa di noi nel partecipare a tutto questo splendore.

Oggi si scollina per la Porretana, da Pistoia fino a Bologna e poi autostrada fino a casa, qui nell’Alto vicentino; salendo la cima del colle, ogni tanto giro la testa e guardo Pistoia che si rimpicciolisce ai miei occhi, fino a diventare un piccolo puntino, sorrido.

Father John Misty Setlist
Hollywood forever cemetery sings / When you’re smiling and astride me / Only son of the ladiesman / Nothing good ever happens at the goddamn thirsty crow / Chateau Lobby #4 (in C for two virgins) / Bored in the USA / Holy shit / True affection / I’m writing a novel / I love you, honeybear / Ideal husband

The National Setlist
Dont swallow the cap / I should live in salt / Sea of love / Bloodbuzz ohio / Sometimes I don’t think  / The day I die / Hard to find / Peggy-o (Grateful Dead cover) / Afraid of everyone / Squalor Victoria / I need my girl / This is the last time / Find a way / The lights / Slow show / Pink rabbits / England / Graceless / Fake empire / About today

Encore

I’m gonna keep you / Mr November / Terrible love / Vanderlyle crybaby geeks

Foto: Gabriele Acerboni / Marta Colombo

Testi: Marco Zordan