Bye bye Japan – In the cave (D Cave Records)

album In the cave - Bye Bye Japan

Rock che si trascina nelle elucubrazioni di questo tempo e stampa quadri d’autore che diventano canzoni e chiedono di uscire dalla tela di questa nostra quotidianità. In the cave è un risultato che deriva dall’aver affinato nel corso del tempo tecnica e cuore in un sodalizio che ricorda tagliente Alanis Morisette che incrocia i mondi di P.J. Harvey e di St. Vincent. I Bye bye Japan riescono nell’intento di creare atmosfere metropolitane suburbane dal forte accento liberatorio e in grado di attraversare decadi musicali grazie alla voracità che diventa ricerca e bisogno di comunicare. In the cave riesce a catturare istantanee di un momento grazie a canzoni garage punkeggianti che si divincolano da Elephant people fino a Time to do everything  passando per la liberatoria Drifting o per altri pezzi riusciti come Candle code o Polly Jean Becker. La band siciliana dimostra forte carattere e capacità intrinseca di dare forma alla meraviglia raccolta in queste dieci tracce; una ricerca costante che non si ferma alle apparenze.


Chrome Sky – Artificial (D Cave Records)

Non è avanguardia, ma sperimentazione musicale e sonora capace di fare un tuffo nell’inconscio umano per scandagliare a ritroso le nostre vite e rigettarle al suolo come fossero bambole di pezza o di carta straccia, un’alienazione viscerale che incrocia diversi stili, diversi generi, suoni pesanti che introducono parti di elettronica cattiva a sottolineare reminiscenze con il proprio modo di essere, con il proprio stare al mondo che permettono ai Chrome Sky di trarre consapevolezza da una prova davvero notevole. Il duo di Catania formato dal poliedrico Paolo Miano e il programmatore Mario Ferrarese ci dona un disco alquanto strutturato e potente, di quella potenza madre di ogni anfratto musicale in grado di valorizzare tematiche davvero importanti ai nostri giorni e che trovano il loro punto di svolta in ogni singolo brano presente in Artificial. Da Artificial man a My scars i nostri comunicano con una musica alquanto espressiva e lo fanno così bene da far paura.