Clov – Every love story is a death story (I dischi del minollo/Hysm?)

Every love story is a death story - Clov

Puzzle magmatico e mai circoscritto che intesse trame sostanziali che accomunano il nostro stare al mondo con la manipolazione simultanea di musica, oggetti, suoni per un risultato d’insieme a tratti eccitante. Il disco di Clov, all’anagrafe Piero Prudenzano, ha il profumo della psichedelia lo-fi che costringe l’ascoltatore ad entrare all’interno di un labirinto di coscienza che come flusso si fa storia regalando emozioni ascolto su ascolto. Every love story is a death story parla di amore e di morte. Parla delle innumerevoli possibilità che riserva la vita e inevitabilmente racconta di circostanze e azioni, racconta di quel tempo che abbiamo perso e di tutto quel tempo che abbiamo guadagnato vivendo la nostra realtà e attraversando le peripezie dell’amore. Clov fa un affresco strampalato di tutto questo creando un insieme di tracce compositivo e a tratti altamente corrosivo.


Clov – It’s all fun and games until someone loses an eye (Hysm?)

Svegliarsi e vedere ombre e nebbie, discostanti misure di lunghezza per comprendere in che posto ci troviamo e in che posto vorremmo andare, inebriati dalla presenza di una luce in fondo al tunnel e nel contempo spaventati da cosa questa luce ci può riservare, suoni amalgamati all’occorrenza per un progetto di cantautorato underground che accoglie umori e visioni di un altro mondo tra il folk psichedelico e le introspezioni sonore alla Trivo, chitarre sghembe e noise posturale incubato per l’occasione e pronto ad esplodere in un contesto da cameretta che abbraccia il mondo, in un contesto essenziale e specifico dove giocattoli a caso prendono il sopravvento in una stanza dove il disordine interiore si dimena e tenta di trovare una propria via di svolta, un proprio punto di fuga, un lascito personale, da Another useless story fino a Wise man suicide, passando per la polvere accantonata e la testa pronta a partire per un lungo viaggio, un viaggio che si impone tra passato e presente, un viaggio che si trasforma in quell’attimo che non ricerca la qualità, ma la pura sostanza.