Marian Trapassi – Bellavita (Adesivadiscografica)

Marian Trapassi, già vincitrice del Premio Ciampi, dopo un lungo silenzio, ci presenta il suo quarto album in studio, prodotto da Paolo Iafelice, Bellavita.

E’ un album silenzioso, leggero e allo stesso tempo un disco che suona sobrio ed elegante accompagnato da sprazzi jazz, ma che ricava la propria matrice esistenziale attingendo fonte d’ispirazione nel cantautorato di Dylan e di Cohen, cercando appigli nei confronti di  un’italianità scomparsa e priva di cantautori da leggenda come il primo De Gregori o il compianto De Andrè.

Il tutto suona morbido e sospeso, quasi ad incrociare l’estetica con il buon gusto, il bel canto e la leggerezza dell’essere che si innalza oltre ogni barriera.

E in fondo in questo disco si parla anche di barriere da sovrastare ed ecco che entra in gioco il tema del viaggio, tanto caro all’autrice, che percorre, attraverso i suoi occhi, una serie di immagini da cartolina, pronte ad essere confezionate nella mente di chi ascolta.

Bellavita racchiude il pensiero dell’intero disco mentre L’arancia invece fa da trait d’union tra Siviglia e la Sicilia, rispettivamente il luogo di ispirazione e il luogo dei ricordi, da dove tutto parte e dove tutto ritorna, poi le canzoni si fanno portatrici di una vena più ritmata con Giovanni, passando per la malinconica My Love e proseguendo in un sol fiato sino ad arrivare alle funamboliche incursioni di Finimondo per concludere con il sospirato ritorno A casa.

Una cantautrice matura e moderna, capace di sorprendere con le parole e portatrice di quella capacità, non comune, di racchiudere un’idea, quella del viaggio, non sempre facile da sviluppare; un savoir faire emozionale carico di esigenza di espirmersi, di fuga verso l’ignoto e ritorni inaspettati.