Cappadonia – Canzoni per adulti (Brutture moderne)

Cappadonia: "Canzoni per adulti" recensione

Cantautorato in rock per il nuovo di Cappadonia a dipingere elementi costruttivi in divenire che condensano l’atmosfera attraverso esigenze rarefatte di bellezza percepibile grazie ad una musica che riflette le vicissitudini dell’età adulta. Cappadonia ci regala un album stratificato, pregno di lirismo poetico riportato ai giorni nostri. Un album ben arrangiato e suonato capace di inglobare il britpop con qualcosa di italiano, legato alle radici della canzone d’autore del nostro Paese. Dentro a canzoni per adulti c’è il desiderio sempre vivo di raccontare esigenze di questa realtà. Nell’era post pandemica prendono vita pezzi come Sentire il rumore, Il ruolo, Giro di vite, La guerra è iniziata, Quadro storto a segnare una sorta di cammino interiore, ad indagare e ad interrogare l’animo umano ad ogni latitudine per un risultato davvero importante.


Cappadonia – Corpo Minore (Brutture Moderne)

album Corpo minore - Cappadonia

Poesia in musica di eccezionale grado sopraffino. Una poesia che intesse le trame di questi nostri giorni e cerca, nel vagare del nostro spazio, un corpo celeste da attrarre e condurre a sé, un corpo celeste in grado di attraversare il cammino, di attraversare la sostanza materica di cui noi siamo fatti. Un viaggio quindi dentro alle galassie che ci portiamo dentro. Attimi di lucentezza che risplendono in pezzi dal sapore d’altri tempi che ammiccano ai The Smiths e intensificano i rapporti con l’ascoltatore attraverso un alternative mai scontato, ma che si riprende i propri spazi vitali per consegnarci visioni di esseri eterei in un universo privo di barriere. Il sottile bisogno di appartenere al tempo è un costrutto necessario per capire questa piccola opera. Cappadonia con Corpo Minore sfodera un’importante maturità raggiunta attraverso un uso proverbiale della forma canzone e attraverso l’intensificarsi, sempre maggiore, di una bellezza viva e necessaria.


Cappadonia – Orecchie da Elefante (Brutture Moderne/Audioglobe)

Il mastodonte, il pachiderma, l’elefante e la continua ricerca nella trasformazione, nel bisogno essenziale di non essere più gregario, ma di far crescere un disco completamente proprio, completamente vivo e suonato, che si interroga, grazie a costrutti esistenziali e grazie anche ad un’immediatezza che confeziona pezzi orecchiabili, mescolando la musica d’autore con le sonorità d’oltre manica e d’oltreoceano, incrociando gli Snow Patrol e quella capacità che rende i suoni rock e folk più malleabili e interessanti, arricchiti da un substrato di arrangiamenti che farebbero invidia a qualsivoglia produzione moderna, arrangiamenti nati dall’incontro e dalla collaborazione di Alessandro Alosi de Il Pan del diavolo e alla presenza di ospiti come Nicola Manzan e Gianluca Bartolo per un album che non conosce territori inesplorati, ma piuttosto si inerpica come presa di coscienza nei confronti dei giorni che verranno.

Nove tracce in tutto che si aprono con la bellissima e desertica Orecchie da Elefante per passare velocemente alla leggerezza di Mani di velluto e a quella Lontano che è quasi la summa del disco per finire con Ventisei per una semplicità che chiude e abbaglia.

Un piccolo gioiello nel panorama musicale dei giorni nostri, un cantautore che ha raccolto le esperienze del tempo per aprirsi ad una nuova era che lo vede protagonista, tra ballate memorabili e quel sapore malinconico che ha fatto scuola e segna indissolubilmente la strada per il futuro che deve arrivare.