Monica Pinto – Canthara (Maxsound)

Il suono del teatro riempito ricopre gli spettatori di un’aurea malinconica e sognante capace di svelare profondità di tessuti sonori impreziositi dalla speranza che il narrare vicende d’amore sia ancora moderno in un tempo che ha perso la sua modernità, a costo di sembrare anacronistici e disillusi poeti del bel canto e soprattutto del tempo passato che non possiamo più fare nostro; con Monica Pinto si lotta ancora, si lotta per dare vita a scorci poetici che si divincolano e destreggiano bene tra immagini e simboli metaforici, unendo il nostro apparire con il nostro essere interiore, in una comunione d’intenti che aspira a far scuola, ricucendo le ferite di ciò che è stato in nome di un qualcosa di più grande e condiviso, sentitamente vissuto grazie a dodici brani di egregia fattura, coordinati da Max Carola con la partecipazione di Fausto Mesolella degli Avion Travel, la nostra riesce a scalare la montagna del proprio essere, da Viaggio incompiuto fino a Per la rivoluzione, con l’intento di illuminare nuovamente quel palco, di renderlo vivo, attraverso la luce che in primis parte dal nostro dentro.