Gian Marco Basta – Secondo Basta (FonoFabrique)

Secondo Basta è un pensiero, è un’opinione da bancone del bar, è l’esigenza ubriaca e strampalata, a volte stappa lacrime, a volte strappa risate, di definire un mondo quotidiano, fatto di sogni e certezze, ma anche di aspirazioni, di esigenze tangibili e ricercate, un mondo blues e offuscato, ma rincorso dal piglio leggero che si domanda e si interroga su temi quali l’amore, la depressione, il gioco d’azzardo, ma soprattutto quel tentativo che si assapora giorno dopo giorno di essere se stessi davanti a tutto.

Canzoni dei margini, canzoni che mettono al tappeto, un cantattore tragicomico che ricerca la propria identità nelle persone comuni, facendo sorridere e ridando speranza in qualche modo, per fare capire e far comprendere l’esigenza di andare oltre le apparenze, in una concezione non solo amara della vita, perché quell’amaro può trasformarsi in amore, eterno amore per tutto ciò che ci piace, eterna lotta per diffondere un pensiero, per alzare la testa e dire io esisto, fuori dal coro, fuori dalle aspettative comuni, dicendo Basta a tutto il resto che non conta.

Nicola Sartori – Cantattore (Cabezon Records)

Un pugno in faccia questo del veronese Nicola Sartori, un pugno in faccia alla desolazione che ci circonda assumendo la forma di materia viva che diventa elemento di protesta.

Emblematica la copertina con quel simbolo monetario che forse risulta troppo  presente, in maniera quasi preponderante, nella vita di tutti i giorni e che va ad intaccare in modo troppo importante arti come il cinema e la musica, ricondotte quindi a un dio denaro che le snaturalizza e le uccide giorno dopo giorno.

Un cantattore onesto, diretto, essenziale nella sua complessa bellezza, accompagnato da numerosi strumenti che ricreano un’atmosfera lounge e delicata dove il pop si mescola, al rock, passando per malinconie blues in fusione al jazz spazzolato di fine secolo.

Esili farfalle si posano su queste 11 melodie ricordando a tratti Tenco a tratti il più attuale Samuele Bersani passando per il romano Niccolò Fabi, senza dimenticare Marco Notari, a cui Nicola rende omaggio nel cantato.

Un disco fatto quindi di impressioni, di vissuti, di affascinanti melodrammi quotidiani dove poter attingere linfa per poter proseguire verso nuove realtà.

Una cavalcata nello spazio terreno, in punta di piedi, tra tasti bianchi e neri, infinità bellissima e immacolata in una sorpresa che ci ricorderemo ancora per molto tempo.