Calvino – Gli Elefanti (DischiMancini)

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Calvino è esperto sognatore che dopo la prima egregia prova, già recensita sulle nostre pagine, dimostra di avere appreso molto sfruttando quel pizzico di arrangiamento in più che non guasta per dare al nuovo disco un aspetto di imminente impatto e sapiente capacità di espressione.

Niccolò Lavelli si concede e si racconta, tra storie affascinanti e stralunate, tra memorie e fotografie legate al tempo, legate al ricordo, legate a se stesso, ma non solo: racconta attraverso un immaginario tutto suo un mondo fatto di creature eleganti e arcane, passeggere e sagge.

Gli elefanti cha appaiono nel suo nuovo album portano un segreto che solo chi riesce a guardare da vicino potrà scovare e solo chi si farà astronauta sarà in grado di perpetuare in un moto infinito la conoscenza in disincanto di costruzioni sonore dirette, semplici, ma nello stesso tempo profonde.

L’uso di soli strumenti vintage consegna alla prova un sapore di retrò, Wurlitzer, Rhodes, Minimog piuttosto che ampli come il Fender Princeton e elettroacustiche come la mitica Guild Starfire V, una musicalità quindi che prende corpo, che riesci a percepire come solida, tangibile e piena come non mai: elegante contrapposizione alle freddure della nostra epoca.

Testi moderni quindi con un suono del passato partendo con L’amaro in bocca e via via fino all’ultimo pezzo Nuovo mondo, senza mai perdere di vista l’orizzonte, senza mai perdere di vista il traguardo finale.

Un disco maturo, che dona ad ogni ascolto una meraviglia diversa e sa conquistare anche i palati più esigenti grazie alla spontaneità e alla naturalezza che con Calvino non manca mai.

Calvino – Occhi pieni occhi vuoti (Autoproduzione)

Ascoltatevi il primo Vinicio Capossela con sprazzi del miglio Battisti intimista, aggiungete poi i Non voglio che Clara e l’elettronica puntuale e di sottofondo dei Gatto Ciliegia e vi ritroverete in un mondo fatto di impressioni e gesti veri, tra i più puri che si possano ascoltare in questo periodo di forte rumore e frastuono.

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Mauro Ermanno Giovanardi e Mario Venuti avrebbero qualcosa da dire ascoltando i Calvino, progetto del cantautore milanese Niccolò Lavelli, che ricorda i La Crus per stile e impostazione canora.

Solo quattro pezzi di presentazione per entrare in un mondo di impressioni e visioni di vita che si sposano perfettamente con il passato facendo da tramite, da ponte con un punto di vista sempre originale e mai banale.

 

Bellissima “Nella città”, più movimentata “L’amore in aria”, mentre si ritorna nelle atmosfere sognanti con “Il clochard e la Senna” canzone amara quanto reale.

A concludere la preziosa “I fantasmi”: ballata orecchiabile dal sapore retrò.

I Calvino a mio avviso sono una bella realtà con numerosi punti di forza e grandi capacità personali, gli arrangiamenti si fondono in groove pacati e azzeccati e la linea melodica rispetta un certo rigore ed essenzialità.

Un piccolo disco prezioso da custodire e da far ascoltare solo a chi può cogliere fino in fondo il profumo di queste canzoni.