Uvi! – Uvi! (Autoproduzione)

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Dialetto musicale contaminato da suoni rock per spazi aperti al calore di una manciata di sabbia che scivola tra le nostre mani, raccontando di un sapore, di un’epoca che vive attorno a noi e con concentrazione sempre importante viene descritta dai nostri Uvi! band di Reggio Calabria aperta al mondo dell’eterogeneità e dello scambio in divenire, costruendo forme e assicurando ampiezza di musicalità per un progetto che sfocia in questo piccolo EP di tre canzoni capaci di penetrare con testi in reggino le forme e le strutture moderne per riportarci in poco tempo ad un vivere moderno che ha il sapore dei sogni infranti e che ricerca contestualmente un proprio punto d’approdo per soddisfazioni future e attimi di energia raccolta pronta a sfociare in uno stupore condiviso che sa di terra bruciata, ma anche di germogli pronti a rinascere.

McKenzie – Mckenzie EP (Autoproduzione)

Raccontano il dolore e parlano del disagio, un power trio calabrese che si prepara alla tempesta in arrivo con forza e coraggio, indomita energia e capacità di dare luce e vigorosità a cinque pezzi che sono e che raccontano di cambiamenti epocali, di amori andati a male e distruzione cosmica che alla fine si relega nelle sonorità del pianto da cameretta anni ’90 in giornate grigie a cui non sai dare verso, a cui non sai dare un nome; ecco allora che i McKenzie arrivano in nostro aiuto, ci salvano guardando lontano dalla finestra, raccontando e denunciando sentimenti aleatori del tempo e del coraggio, che di certo a loro non manca, per fare di questa prova, completamente artigianale già dalla copertina, un punto di base da cui partire, una gravità sonora che si sparpaglia verso altre e nuove costellazioni, abbandonando la terra che poco piace e in un gesto, in un disco, far capire al mondo di questo loro lampo d’esistenza.

Marazzita – Mi gioco i sogni a carte (La Fame Dischi)

Marazzita cantautore calabrese dipinge 6 quadri di dura realtà, graffiata da una poetica scanzonata e ironica scolpita a tratti da colori più intensi e di riflessione.

Ci troviamo davanti al suo secondo ep edito da La Fame Dischi, etichetta che accoglie numerosi cantautori degli anni zero e derivati.

Il groove dei suoni è amalgamato in modo ottimale da Pebbe Marazzita alla chitarra e voce, Tore Marazzita al basso e synth, Carlo Pronestì alle chitarre elettriche, Michele Turco alla batteria nel brano “Maledetto”, Alessandro Dell’Ammassari alle chitarre nel brano “Maledetto” e Gianluca Di Vincenzo tastiere e synth in “Un balcone coi fiori”.

Sembra di ascoltare Brunori sotto il sole sull’Isola di Capo Rizzuto.

6 piccoli racconti di storia quotidiana segnata dall’inesorabile apatia di un qualsiasi giovane targato 2013 che fa i conti con le speranze che cedono il passo al tempo, quel tempo che si fa ricordo nella ballata d’apertura del disco “Maledetto” dedicata a Piero Ciampi “dipinti di parole naufragate in un cielo costellato di mattoni”, tempo di adolescenza e sogni infranti in “Posters” mentre in “Venderanno il mare” il tempo si fa futuro “Bisogna stare attenti a non consumare, il prossimo anno venderanno il mare”, cambio di ritmi e di atmosfere con la bellissima “Un balcone coi fiori” con un ritornello che si canticchia all’infinito “Dai che ho comprato del Chianti ho una stanza un balcone coi fiori” in ricordo di melodie molto “Affamate di Camilla”. I cori e il parlato sono elementi distintivi di “Vai via da qua” che aprono la strada al pezzo finale del disco “L’artista da giovane” che ricorda garage milanesi di Vasco Brondi.

Marazzita con questa prova ha definito il suo percorso di cantautore maturo in cerca di una via dove gridare le sue prese di coscienza, un grido sarcastico e innocente, un grido destinato a persone che sanno ascoltare.