David Ragghianti – Portland (Caipira Records/Musica Distesa)

David Ragghianti è un cantautore disteso su di un prato notturno ad ascoltare le cicale e a guardare le lucciole addentrarsi nella notte più scura, aspettando l’alba, tra il crepuscolo che ci possiede e scompare vibrante lasciando spazio alla luce, al colore dominante, un ritornare all’essenza partendo dal giorno, l’inizio di tutto, l’inizio nostro che ci appare in una splendida visione giovanile.

Un disco di cantautorato puro, pochi se ne ascoltano ai giorni nostri, di matrice deandreiana, ma allo stesso tempo racchiuso da tesi post moderni che raccontano vie di fuga necessarie, quasi a raccogliere l’eredità di un tempo migliore e lasciarla li perduta a incanalare i semi più pregiati, per migliorarsi e per migliorare la nostra vita.

Portland è un disco sul ricordo, è un disco di racconti, cesellati dalla perfezione musicale di Giuliano Dottori che lo si vede alla produzione artistica e alla cura dei suoni con interventi di chitarre, pianoforte, mandolino, percussioni e batteria, a completare il tutto la presenza di Mattia Pittella, Nico Turner, Mauro Sansone e Neith Pincelli; un gruppo capace di creare piccoli capolavori d’arte senza mai osare troppo, arrangiamenti raffinati, concisi, abbandonando lo sfarzo di una belle époque e abbracciando la tradizione che vive nel contemporaneo.

I prati che cercavo riassume egregiamente il pensiero principale per poi spingerci in cerca di Amsterdam, Dove Conduci il movimento dei brani legati da un filo invisibile che li accomuna e poi via via la bellezza nel Tema del filo che ci accompagna a Pause estive e 300 anni, per concludere con gli applausi di Raffiche di fuga a raccontarci che forse domani ci sarà neve e ci saranno strade da sistemare, cose da riporre al proprio posto, persone da cambiare.

Ecco allora che il suono si fa ancora più accogliente, infantile racconto naif di un’epoca che fu lontana, tra il trascorrere delle giornate, giocando a palla, la semplicità della vita, quel campo lungo cinematografico su distese di prati infiniti.