Maybe i’m – Bwakayiman (Jestrai records)

Cannibalismo umorale rappreso da un funky diabolico e micidiale dove il sangue si fa vivo in riti carnali dal sapore aromatico e vibrante, a tratti consolatorio, che mescola fragore di chitarre a sostanziali sali scendi dove il mutismo si connota in una ricerca continua di cori e rumori gridati, il nulla è lasciato al caso e l’atmosfera vibrante al pathos si confonde con l’incedere sonoro conturbante e mistico.

Una prova ricca quindi di sfumature per questo gruppo anomalo che incorpora dentro se una traccia di veridicità toccando miracolosamente e con una certa eleganza argomenti che possono sembrare non adatti ad essere trattati in ambito musicale.

Ed è proprio qui che ci sbagliamo, questo è un connubio perfetto tra antropologia musicale e serafica energia che sprigiona la vita nel suo complesso, quasi ad emozionare strati sottili di pelle in completo divenire.

Otto tracce per un viaggio ultraterreno tra tribù africane e misticismo occidentale, perle sonore che invadono e cantano echi di luce leggiadra.