Brucke – Yeti’s Cave (Autoproduzione)

Psichedelia aperta a situazioni post rock in una musica da cinema che si fa colonna sonora introspettiva, elegante e destrutturata quanto basta per dare forme sostanziali in una ricerca che non segue le mode, ma piuttosto incentra il proprio suono nella riproduzione costante di un flusso senza fine, un intreccio di colori paralleli al caso che virando al verde intensificano un timbro ambito e del tutto originale, sottraendo tempo all’inutilità e dilatando proprio quel tempo capace di attanagliare e rendere il viaggio contestualizzato per approccio e per capacità di vedere oltre; perché i nostri Brucke sanno quello che vogliono e di certo il loro suono non può essere facilmente incasellato, anzi si ritrova ad essere etichettato tra le avanguardie musicali moderne in un contesto in pieno divenire che segna i passaggi come le orme sulla neve, neve che tarda a scomparire.