I Carnival – Se non mi tengo volo (La clinica dischi)

Atmosfere meno cupe ed energia accessibile  e fruibile ad un pubblico più vasto, questo è il nuovo marchio di fabbrica de I Carnival, band nata a La Spezia nel 2013 e che porta con se gli albori di un passato notevole, che li ha visti condividere palchi prestigiosi con Gualazzi, Capovilla ed Ex Otago fra gli altri e che in qualche modo questo rincorrere un sogno li ha spinti a cercare di definirsi prima per poi ritrovare, grazie alla musica, essenza vitale, un modo semplice e più vicino, quasi pop, di arrivare alle orecchie di un pubblico sempre più ampio.

Partendo da una matrice di puro stampo rock cantato in italiano i nostri si domandano l’essenza del volo, intesa come capacità di straniarsi dalla realtà, immedesimandosi in un qualcosa che si chiama vita e invitando tutti ad aprire il proprio cuore a fare esperienze per non morire di rimpianti, per non morire ancora una volta dopo giorni passati coinvolti e lacerati da una società che ci opprime, un disco che è anche spaccato di realtà, dove qualsiasi persona nel bene o nel male può riconoscersi e dove la neutralità non esiste, anzi esiste un forte di desiderio di schierarsi prima che sia troppo tardi.

Un disco eccentrico, dalle parole mai soppesate, schiette e dirette, un album che riconferma la bravura di questa band nell’intessere trame profonde, vivendo e sperando nel quotidiano divenire umano.

Monolith – EvenMore (Autoproduzione)

Disco granitico e melodico che si staglia  all’orizzonte come un cielo da imparare, attingendo con forza e capacità ad un substrato culturale musicale che si innesta prepotentemente tra overdrive e compressori che intersecano la barriera del suono e si lasciano andare a qualsivoglia nuvola di polvere che sta per arrivare.

Quello dei Monolith è un rock tutto d’un pezzo che si stringe e strizza l’occhio ai compiacimenti eterei senza fronzoli del post grunge fine ’90 per raccogliere eredità del dopo e traendo beneficio da una formula che viene rivista e confezionata per l’occasione scavando gli anfratti della coscienza e cercando dentro di noi il modo per sopravvivere al domani.

La band modenese vede alla voce e alla chitarra Andrea Marzoli, Massimiliano Codeluppi all’altra chitarra, Enrico Busi al basso e Riccardo Cocetti alla batteria, una formula classica per far esplodere il necessario, per arrivare diretti al punto senza mezze misure.

Ecco allora che le canzoni scivolano via, grazie ad un approccio immediato che non guasta, nove pezzi condensati, in un viaggio fatto di sensazioni partendo con Overload e abbracciando nel finale Orange Moon.

Un disco dal sapore leggermente retrò, che raccoglie i fausti di una grande giovinezza, la nostra, che al solo pensiero ci riporta la mente, ancora là, quando il necessario non era altro che una speranza per un futuro diverso.