The GrOOming – Kontainer (Anaphora Records)

Si tendono geometrie esagerate e si impalca la sonorità sospesa sul filo del rasoio, di un colore cangiante, di un colore mutevole e appassionato, immagazzinato e arcano per un ep che vede un’evoluzione per la band dai mille volti The GrOOming, una band che ha saputo nel tempo darsi sempre nuovi slanci di sicurezza e malleabilità dichiarata, vigile presenza per intersezioni parallele e rapidità di viaggio innestate fino a Berlino, questa volta alla ricerca di una nuova voce e trovata in quella di Omer Lichtenstein già leader dei tedeschi Felidae Trick per un percorso sinuoso e prorompente che a tratti ha il sapore del nudo crepuscolare, di una bellezza quasi mistica e sospesa, di una bellezza color aurora che mescola i suoni elettronici ad una wave sintetizzata a dovere, senza troppo chiasso, ma piuttosto creando l’atmosfera giusta, da Alpha Dog fino a B.R.O, passando per la bellezza di Paris (Eternal Life) i nostri lanciano un disco che in fin dei conti è un EP, dove la sostanza sonora viene a patti con il nostro mondo interiore, cercando meraviglie e sgretolando il resto circostante.

Felidae Trick – Working Hard (Lichtenstein Music)

Il nuovo disco di Omer Lichtenstein è un concentrato ep di indie rock che raccoglie l’eredità del passato incanalando la new wave con l’oscurità di Editors e Interpol in una formula certamente riuscita, dando vigore e sostanza in una costruzione del suono ben cesellata che si esprime per quantità e qualità della proposta.

Sono cinque tracce che spaziano e parlano di ciò che ci appartiene, riflettono un mondo che si trasforma in pagine di un libro pronto per essere raccontato, raccontano di paesaggi desolati e si soffermano sulla difficoltà di diventare e di trovare una figura culturale di riferimento arrangiando un set acustico che per l’occasione si apre in scintille cosmiche irrazionali e pronte per essere esplose.

Still burning fa da apripista sonoro per passare rapidamente a Laying on the sky circondata dall’aurea di Romantically High, via via rincorrendo i sogni di She ain’t rock and roll e nel finale avvicinando le ombre di The Felidae Trick.

Una manciata di sogni post rock inespressi e un solitario andare e vagare verso mete lontane, un disco che crea atmosfere e lo fa in modo egregio, tra poesia in rock e quell’incedere misterioso di un prode guerriero solitario in cerca di una strada da lasciare a chi verrà.