N-A-I-V-E-S / N-A-I-V-E-S (Le Peau)

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Suoni sintetizzati che rilasciano colore al loro passaggio, danno energia e consumano la fiamma dell’oscurità per lasciare spazio a sali scendi che danno un senso diverso alla vita circostante in un’elettronica stampata a dovere, ben racchiusa nel contesto ascensionale e portatrice di legami che sbalordiscono per freschezza, genuinità e capacità di creare singoloni, uno dopo l’altro, incrociando sapientemente l’elettro pop di gruppi osannati degli ultimi anni come MGMT o il sapiente manipolatore canadese Caribou, senza dimenticare gli Arcade Fire di Reflektor e incamerando un’esigenza di rincorrere il tempo con pezzi veloci, ripetitivi e altamente contagiosi. Dall’introduzione lasciata a Hold Out fino alla compiutezza di Golden shore il disco dei Naives si fa musica da sogno capace di dimenticare la realtà attorno per consegnare agli ascoltatori momenti di goduria totale, momenti baciati dal sole e dalla psichedelia elettronica di un momento che vale mille e ancora mille attimi vissuti in modo sbalorditivo.

Salamone – Il Palliativo (IndieSoundsBetter/Believe)

Da Palermo Salamone, per questo disco d’esordio dallo spiccato gusto teatrale, ricco di quella gravida capacità di attirare l’ascoltatore dentro ad un vortice di saltimbanchi paesani, tra i vizi e le forme disincantate, l’irriverenza di chi sa cosa vuole dalla musica e il fascino, mai e poi mai stereotipato; un cantautorato intriso di veridicità e racconti sonori capaci di tessere trame sofisticate, imbracciando musiche balcaniche spruzzate dal jazz e dalla forma imprevedibile di un’avanguardia multietnica e priva di confini.

Un disco nato dall’osservazione del mondo circostante, un osservare mai passivo,  che si sforza di narrare, in modo del tutto personale e autobiografico, le contraddizioni di una società malata, da analizzare con sguardo attento e sempre critico, una critica però che risulta ironica, dal sapore d’altri tempi, incrociando Jannacci, Carotone e Capossela: uno sguardo attento al presente che riesce a tratteggiare il futuro che ci aspetta.

Il nostro, con questa prova, già selezione come miglior opera prima al Tenco 2015, si garantisce un posto d’onore nel panorama della musica d’autore italiana, un posto di certo meritato per un disco che gioca con il mondo circostante, lo fa in modo ironico e divertente, ma soprattutto sentito, da perderci l’anima e anche un po’ di fiato, quel tanto che basta per farci sentire vivi.