Merzbow, Mats Gustafsson, Balazs Pandi, Thurston Moore – Cuts of guilt, Cuts Deeper (RarenoiseRecords)

Un pugno allo stomaco, un entrare dentro la conoscenza, dentro ad un abisso fatto di olio liquefatto che si scalda al minimo passare che si fa complice di un delitto immutabile, una tragedia in suono che è il perno per l’abbandono e la rinascita, ancestrale raccordo tra due mondi che si fanno portatori di una conoscenza che assurge l’individuo ad essere totalizzante, vero immediato e reale; suoni che escono da qualsivoglia parte di sperimentazione sonora, reale e incomprensibile, sfuggevole e disinvolta: reale materia per i nostri incubi migliori.

Quattro nomi e zero presentazioni: Merzbow, Gustafsson, Pandi e Thurston Moore, ancora assieme dopo il sorprendente Cuts a ricucire ancora le ferite degli animi, ancora assieme a cercare di dare un senso alla esplorazioni verticali rumorose dell’elettronica noise contaminata dal free jazz e dalle incursioni malate di Moore a dare il valore aggiunto ad un disco che non si lascia di certo intrappolare in un determinato genere, ma piuttosto ne ridefinisce altri.

Quattro tracce e due dischi, si si proprio vero, un viaggio nell’inferno cosmico dell’immaginazione, dove ai nostri giorni chi non osa, chi non riesce a riappropriarsi del volo è costretto a rimanere ancorato a radici che ti inchiodano al suolo senza via di fuga.

Il disco è l’esemplificazione totale di che cosa può diventare la musica oggi: opera d’arte contemporanea senza mezze misure.