Interiorama – Interiorama (Autoproduzione)

Interiorama - Il disco omonimo in anteprima

Suoni latini sospesi da un dub in progressione intensificano i rapporti con un universo in evoluzione all’interno di scatole mai chiuse, ma sempre pronte ad aprirsi per lasciare spazio alla scioltezza, alla felicità, alla bellezza delle sfumature e dei colori essenziali nel dare significati sempre vivi al mondo in cambiamento. Un disco che diventa una sorta di commistione di generi, parole, racconti, movimenti sinuosi ed elettricità compressa nel creare atmosfere e puntuale bisogno intrinseco, sempre vivo, nel dare alla luce una comunione di intenti votata al descrivere la vita che ci gira intorno. L’omonimo degli Interiorama è un album fresco e cesellato. Un disco dove tutti gli ingranaggi compositi diventano punto nevralgico per approfondire e dare nuova linfa vitale ad un genere capace di creare sempre nuovi elementi di incontro senza essere derivativo alternando la sperimentazione proprio con quelle “roots” che non si possono ricoprire, mai.


Daniel P. – Atto 0 (Autoproduzione)

Daniel P, “Atto 0”: album d'esordio, dodici brani per segnare inizio e fine  di un percorso – Ottiche Parallele magazine

Incursioni di pop elettronico sfiorano incrociatori stellari che rievocano ricordi, esperienze, vissuti che non torneranno più. Nascondigli per anime tormentate diventano canzoni che si fanno sfiorare e accarezzare lungo l’indefinito vivere e a tratti ricoprono l’etere di miraggi e parole da diario di vita accesa. Il disco di Daniel P. profuma di arrivi e di partenze, di calma abbandonata allo scorrere dei giorni e di sostanziale bisogno di mescolare il proprio stare con il proprio esistere in un cerchio concentrico che non delude, affinando memorie e ricordi nello scatolone, più nascosto, della nostra coscienza. Diciotto pezzi, dodici tracce e i sei singoli usciti in digitale, per un risultato d’insieme che ammalia per concretezza e necessità di apparire nel ricreare, in uno spazio condiviso, la propria visione esistenziale che diventa parte di un tutto in continua evoluzione.


Simone Sims Longo – Paesaggi integrati (Esc.Rec.)

Paesaggi integrati

Apoteosi del costrutto che renda questa un’opera in divenire scolpita nell’universalità dei significati ad incidere di modernità contrapposizioni sonore che spaziano di genere in genere per un’avanguardia magnetica e capace di edificare momenti davvero esaltanti. Il disco di Simone Longo raccoglie la forma mutevole del tempo,  incapsulando, in avveniristiche composizioni, la musica sintetizzata e minimale con l’elettronica siderale dei movimenti precursori dei suoni digitali degli anni settanta. Un’unione unica e cangiante che rende questo progetto un caleidoscopio invitante in bilico tra bisogno di andare oltre e quella sensazionale decostruzione futuristica mai sazia del domani. Paesaggi integrati è un album che conosce il senso materico delle cose. Quel senso che accomuna l’insieme del nostro esistere e che cerca, soventemente, un passaggio unico nel labirinto magmatico che ci troviamo ad affrontare, giorno dopo giorno.


CRP – Beati Voi! (Autoproduzione)

CRP: fuori il disco d'esordio "Beati Voi!" - Switch On

Post punk con rimasugli di ore contate a rimembrare il passato scardinando le sicurezze acquisite per dare forma e sostanza alle ombre, mai scomparse, della realtà e intrappolando, nella militanza, quel senso di appartenenza al tutto che abbandona il materialismo, riuscendo a dare, sempre più valore, a ciò che conta veramente. I CRP snocciolano e tirano fuori dal cilindro, delle illusioni contemporanee, un dischetto che possiede un fascino che da tempo non siamo più in grado di respirare. Un bisogno unico e sentito di travalicare il consuetudinario nostro vivere attraverso pezzi di protesta ben calibrata come Manifesto, la stessa title track, Re furibondo, Soviet, Fuoco nero a seminare ancora il bisogno di gridare ad alta voce quell’appartenenza al futuro che solo con la sfrontata ribellione possiamo perseguire grazie a lampi di concentrica e rara bellezza.


Virginia Waters – Sociopathic party girl (Autoproduzione)

SOCIOPATHIC PARTY GIRL

Rock elettronico sospeso e cucito attorno agli anni novanta ricerca una propria via di fuga nella contemporaneità attraversando visioni sonore appese al filo del ricordo e della bellezza. Il nuovo dei Virginia Waters raccoglie l’eredità di un tempo passato trasformando il necessario in quadri realistici che affondano le proprie radici all’interno di questo nostro vivere. I suoni sono davvero ben curati e i contrappunti canori ricordano le crepuscolari intenzioni di un’esordiente Bjork a raccontare sensazioni quasi mistiche incrociate al rock d’atmosfera. Sono otto tracce di puro lirismo concentrico che per certi versi ricercano una via di totale originalità pur navigando nel saturo panorama della musica che guarda oltre l’oceano. Il risultato finale è un disegno ben progettato dove tutti i tasselli presenti riescono ad evocare impressioni ed emozioni che non lasciano indifferenti e non passano inosservate. 


Dang Dang – Liar (Autoproduzione)

New wave imbrigliata all’interno di un proto post punk costruito ad arte che si muove sinuoso in una contemporaneità dove esigenza di comunicare e individualismo diventano chiave unica per comprendere le peripezie di una band autocesellata e in bilico architettonicamente a ricomporre, con modernità, ciò che forse non esiste più. Terzo disco per la band romagnola Dang Dang, un album che profuma di Joy Division, Talking Heads, di cose più moderne come i Chromatics. Un album dove l’essenzialità sposa l’elettronica eterea e sognante pronta a colpire la parte più profonda di noi. Liar è un album fuori da questo tempo. Sono dieci tracce che profumano di inchiostro sintetizzato e che sanno coccolare l’ascoltatore all’interno di un vortice dove simbiosi e modernità diventano necessarie per comprendere una poetica introspettiva e carica di significati. Dal bellissimo singolo Filthy white lies fino a Dang dang i nostri colorano di oscurità le troppe faccine sorridenti e patinate di questo nostro vivere, attraverso una ricerca costante perennemente ispirata.


Federico Fiamma – Fuori stagione (Autoproduzione)

Fuori stagione

Musica d’autore impregnata di bellezza si affaccia all’interno del mosso mare dell’animo umano attraverso canzoni che fanno dell’introspezione e della ricerca la chiave raccolta per mescolare la meraviglia e quell’esigenza, sempre reale, di voler costruire oltre le apparenze del momento. Il giovane musicista abruzzese, assistito nella produzione e negli arrangiamenti da Carmelo Pipitone dei Marta sui tubi, da alla luce un album che racchiude al proprio interno una sorta di particolarità costruita per accendere di speranze suoni e volontà cariche di pathos e atmosfera. Propositi in divenire a ristabilire un contatto necessario con la vita di tutti i giorni senza apparire omologato. Sono nove canzoni partorite in tre lunghi anni di chiusura. Pezzi che fanno dell’estetica suadente un punto di certo a favore per il nostro che si muove con disinvoltura da Cambierò fino a Ventidue per un risultato d’insieme multiforme, a tratti emozionante.


minimovitale – minimovitale (Autoproduzione)

minimovitale

Asfalti abbandonati allo scorrere dei giorni condensano aggressività rock contornata da un suono costruito a dovere ad incasellare, all’interno di scatole mai completamente chiuse, un significato da veicolare, un salto nel vuoto costante, un bisogno sempre vivo e acceso di conturbare l’etere con sogni vani e futuri incerti. I minimovitale, con questo album, danno uno schiaffo alla realtà in cui viviamo cercando di costruire, oltre gli stereotipi contemporanei, uno stile capace di abbracciare desideri mai celati e bisogni sempre nuovi che diventano comunicabilità da percepire. Un indie rock parlato a concentrare Massimo Volume, Offlaga, Elettrofandango e quel desiderio sempre vivo di voler consegnare al nostro esistere un pensiero di denuncia verso un universo in decomposizione. L’autoproduzione dei nostri è una violenta e capace mossa di ribellione, un tentativo, mai vano, di creare, nella saturazione contemporanea, un incastro cesellato a dovere che sappia parlare al cuore della gente. Un disco, a tratti, sorprendente.


Neventies – S/T (Autoproduzione)

European Rockers, Neventies, and their Latest Single, ‘Come on Down’

Una potenza sonora eviscerata a dovere intrattiene melodie metropolitane attraverso un uso sconsiderato di un fascino targato settanta che trova nella consacrazione del rock d’annata un punto di svolta necessario per comprendere così tanta capacità di immedesimazione. I Neventies ci sanno fare davvero e riescono, con la classica formula chitarre, basso e batteria, a regalarci un disco che profuma di libertà e sensazionale bisogno di appartenenza con la storia della musica. Led Zeppelin, Rolling Stones, The Stooges, primi Arctic Monkeys concentrati per l’occasione all’interno di un dischetto dove capacità creativa e appeal emozionale si sposano nel creare un qualcosa di solido e magico. Il singolone Come on down apre le danze per lasciare poi posto alle riuscite Fuck off, Go to L.A., Love to me, Out of control per un’opera d’esordio che profuma di polvere ed esigenza, fuori controllo, di creare la meraviglia partendo da riff nostalgici, ma sempre carichi di un’esplosività pronta ad accendere l’universo intero.


FUMETTI – Giorgio Pandiani – Un giorno sul fiume (e altri racconti) – (Autoproduzione)

cover

 

Titolo: Un giorno sul fiume (e altri racconti)

Autori: Giorgio Pandiani

Casa Editrice: Autoproduzione

Caratteristiche: brossura, carta riciclata, b/n

Prezzo: 11,53 €

 

Se l’illustrato Nel bosco, scritto e disegnato da Charline Collette e precedentemente recensito su queste pagine virtuali, è un inno alla semplicità del quotidiano capace di narrare la purezza nel percepire un determinato ambiente mantenendo una connotazione ecologista, l’autoproduzione del bravissimo Giorgio Pandiani ha il sapore di un testo da preservare che profuma di introspezione accogliendo quel senso di incertezza che caratterizza il nostro vivere.

Dopo il trittico autoprodotto Radici, recensito su Indiepercui, Giorgio Pandiani riesce con una naturalezza da primo della classe ad addentrare il proprio pensiero nei meandri oscuri del progresso sottolineando gli aspetti di una società in declino attraverso tavole disegnate che sono concentrati di poesia a raccontare storie che in qualche modo sembrano intrecciarsi nonostante una connotazione eterogenea e implicitamente singolare.

Una piccola autoproduzione dal forte impatto sociale che brilla di luce propria e veicola messaggi con uno stile personalissimo, chiaro e profondo, a racchiudere significati che trovano nella natura un modo diverso di percepire il mondo partendo dai vissuti del singolo individuo. Quello stesso singolo uomo che diventa vagabondo errante nel racconto finale Un giorno sul fiume ad annunciare il nuovo che verrà.

Devo essere sincero, non pensavo di riuscire ad emozionarmi ancora tanto davanti ad una serie di racconti così minimali, ma potenzialmente unici. Il pregio sta forse nella scelta di mantenere un’indipendenza personale, ma anche di correre incontro ad una capacità che avevo percepito già in Radici, quella qualità di saper disegnare quadri inglobanti significati universali partendo dalle cose di ogni giorno.

Un giorno sul fiume (e altri racconti) riesce, con una dose di vero amore per l’universo intero, a costruire architetture trasversali toccando diversi ambiti narrativi e cercando di cambiare le regole del nostro stare partendo da ciò che ci sarà, forse, un domani. Un fumetto autoprodotto dove la solitudine e l’impotenza verso l’ignoto cosmico diventano materie tangibili ad abbracciare sentimenti quotidiani e stili di vita da modificare in un incedere che profuma di rinascita oltre ogni aspettativa.

Per info e per acquistare il fumetto: 

https://www.giorgiopandiani.com/2022/12/un-giorno-sul-fiume-e-altre-storie.html