Boban – Quater (Autoproduzione)

QUATER | BOBAN

Infrastrutture cosmiche dirette e costruite passo dopo passo intensificano le visioni sempre vive di un mondo dove le energie viscerali si fondono per dare alla luce un disco fatto di sogni, rimpianti e bisogno di gridare alla realtà il proprio senso di appartenenza, l’effettiva concretezza nel ricreare la strada da seguire. Il nuovo dei Boban sa di immediatezza mai generalizzata, mai banale, ma piuttosto profuma di fotografia di un determinato momento storico inglobando punk e rock, rumore di sottofondo e intense architetture modellate e riempite di buone intenzioni. Nel loro album c’è anche la psichedelia e quell’essenza sostanziale nel dare un nome al viaggio di andata e ritorno chiamato vita e che ci ingloba tutti indistintamente fino al midollo. Da Manchester a Zizou i nostri ci regalano una prova che conosce le intemperie di questo tempo infame. Un disco corposo che sa accendere la scintilla necessaria a colorare i pomeriggi grigi e uguali di questa quotidianità.


Duocane – rAmen (Autoproduzione)

Duocane - rAmen 2024

Un disco sull’abbandono e sul ritrovarsi, una potenza sonora deflagrante e non troppo attaccata alle mode che produce interiorizzazione in grado di oltrepassare le frontiere anche se il cantato resta in italiano. Una prosa in musica decisamente coinvolgente e diretta, senza fronzoli che vede il duo pugliese preparato nell’impresa di creare sostanziali stati di euforia cosmica accelerata e senza freni. rAmen è un album composito che non tradisce le aspettative e affronta la realtà con uno stile del tutto personale, concentrico e vivo. Un insieme di pezzi che cerca di dare significato al mondo intorno partendo dai vissuti della quotidianità e concentrando l’attenzione nei confronti del singolo istante. Poi si pensa, D.o.c., Rosiko!, Acinino, La luna giù per il camino, sono esempi mai lineari di una forma canzone che trova, nel darsi, una valvola di sfogo e nel contempo un punto di incontro essenziale con ciò che sarà.


Roxenne – Pyroxene (Autoproduzione)

Pyroxene - Roxenne - recensione

Suono avveniristico e coinvolgente per l’esordio della polistrumentista parmigiana Rebecca Magri che per l’occasione sfodera dal cilindro delle magie, prodezze raffinate che ammiccano ad un suono d’oltreoceano da Julee Cruise, Chromatics passando per Lana Del Rey fino ad approdare a territori nostrani interfacciando l’esperienza con le suadenti visioni di band come Amycanbe mescolati ad una sorta di psichedelia concentrica alla Motorpsycho. Il tutto si muove tra cantato in italiano e in inglese. Non ci sono confini, solo barriere da abbattere e questo viaggio stellare racchiude una bellezza che si diffonde e diventa meraviglia. Una profondità raccolta e inedita che strizza l’occhio ai ’90 innescando nell’ascoltatore un senso di continuo fluttuare etereo e sognante, elettrizzante e lisergico. Pyroxene è una miccia pronta per essere accesa. Un raffinato quadro pop che trova nell’elettronica alternative un punto di svolta necessario e sincero.


Gianmaria Simon – Bagatelle (Autoproduzione)

Canzoni d’amore soppesate sul filo dell’anarchia ad intrecciare vissuti, attimi, momenti memorabili che trasportano l’ascoltatore verso mondi nascosti, verso lidi che si fanno aspettare e che rendono l’idea di bellezza una preziosa ancora di salvezza per i giorni a venire. Il nuovo di Gianmaria Simon è un raffinato tentativo riuscito di unire la poesia dei grandi del passato con la musica dei più importanti canzonieri. Ciò che ne esce è un risultato raffinato e sincero dove tutto sembra essere, nel contempo, fuori e al posto giusto. Bagatelle è un ritrovare l’abbandonato. Una fotografia mai sbiadita di un tempo che non c’è più. Un grammofono che suona la musica migliore incontrando culture e nuovi spazi da visitare. Una musica nomade e interiore che diventa commistione e si svela pian piano. Da Marie (T’es belle comme l’anarchie) fino a Chanson d’automne il nostro riesce ad impreziosire un album splendido e vissuto. Una reale rappresentazione dove l’esistenza è movimento inscindibile con l’universo intorno.


LIBRO – Silvio Mancinelli – La polveriera. Niente è come sembra (Autoproduzione)

La polveriera. Niente è come sembra - Silvio Mancinelli - copertina

 

Titolo: La polveriera. Niente è come sembra

Autori: Silvio Mancinelli

Casa Editrice: Autoproduzione

Caratteristiche: brossura, 276 p.

Prezzo: 19 €

ISBN: 9791222801155

 

 

Oscurità interiore racchiusa nella bellezza della commistione di generi, nel fluidificare il racconto e di rendere questo piccolo romanzo una sorta di elemento portante per comprendere la sensibilità dello stesso autore e del bisogno intrinseco di comunicare tutta una serie di passioni, stati d’animo, vissuti che inevitabilmente finiscono tra le pagine della narrazione.

Tutto ruota attorno ad una polveriera. Siamo a Sulmona, ma si cita Milano e Scampia, un abbraccio collettivo tra nord, centro e sud che ingloba la nostra intera Italia nel raccontare vicende che vengono costruite attraverso architetture in movimento tra azione, fantasy e suspense.

Elementi di congiunzione capaci di imbrigliare significati trasformando un iniziale giallo italiano in qualcosa di avvincente e inaspettato. Una corsa verso un futuro incerto, un racconto di redenzione contornato da un inevitabile destino.

In mezzo la musica. Tanta musica. Testi interi da Ivan Graziani agli Afterhours, dai Massive Attack ai Queen passando per Lucio Dalla e i Marlene Kuntz. Canzoni riportate per intero che ci aiutano ad entrare nella profondità dei personaggi e all’interno delle vicende raccontate.

Il Commissario Lombardi, il professore di musica Luigi De Amicis, il ragazzo misterioso e i suoi super poteri. Pedine di un disegno più grande, di un progetto che si evolve e a tratti mostra gli spigoli bui delle nostre esistenze, del nostro passato e di ciò che potremmo chiamare futuro.

Il seguito del primo capitolo di Silvio Mancinelli è uno scritto che scorre veloce, si fa leggere e la fluidità della lettura è proporzionale alla qualità del disegno ricreato, a quel finale lasciato sospeso pronto ad aprire un nuovo varco per ciò che sarà.

La polveriera. Niente è come sembra è un insieme di vicende narrate con fantasia e una certa originalità. Un giallo misterioso dalle tinte soprannaturali, tra Stranger Things e Rocco Schiavone, un’italianità che acquisisce internazionalità per un lavoro d’insieme che mi auguro abbia presto un seguito.

Per acquistare il libro:

https://www.ibs.it/polveriera-niente-come-sembra-libro-silvio-mancinelli/e/9791222801155

Mantra3 – Andata e ritorno (Autoproduzione)

album dei mantra 3

Album di debutto sostanziale e intriso di rock sporcato da una wave eclettica e misteriosa capace di condensare l’etere e trasformare la musica creata in qualcosa che arriva dritto dritto nelle parti più nascoste del nostro interno. Citazioni cinematografiche imbrigliano i ricordi e il tutto suona come colonna sonora da cult film anni ’90 in una prosecuzione naturale di uno stile che ha fatto la fortuna della musica per come la conosciamo. I Mantra3 contaminano i suoni e riescono ad ottenere spunti preziosi per dare alla luce un album mai scontato. Un andata e ritorno compressa e matura. Dalla title track fino alla chiusura affidata a Lo shock i nostri costruiscono una ragnatela fatta di trame intrecciate dove i vissuti si intersecano e dove ogni elemento sembra convergere all’interno di un tutto degno di essere menzionato.


Ella Nadì – Nel bene e nel mare (Autoproduzione)

Nel bene e nel mare

Assicurarsi un posto vicino al cuore di chi ascolta non è sempre facile. Le produzioni odierne sono in costante cambiamento e soprattutto sono innumerevoli e variegate. Il disco di Ella Nadì è una piccola perla che brilla di luce propria, un album fatto di sussurri e introspezioni malinconiche graffiate da una voce incisiva e mutevole, pronta a modificarsi come fanno le maree in un saliscendi emozionale fatto di passione e bisogno di parlare al mondo con il linguaggio della bellezza. Sono undici tracce intrappolate da un’Intro e da un’Outro, in mezzo i colori variopinti delle emozioni umane che scavano in una sorta di diario di vita pronto a lasciare il segno. Onde del mare, Altalena, Mani piccole, Mentre mi dormi accanto sono alcuni degli episodi più riusciti di un disco personale e particolare, un disco cantautorale dove il pop incontra la strada dell’evoluzione.


Roberto Benatti – Aspettando Ribot (Autoproduzione)

Aspettando Ribot

Incrocio reale tra Lolli e Cohen passando per Fabrizio De André in un’intimista e onirica prova fatta di sudore, parole sussurrate e introspezioni che sfociano all’interno di mari in tempesta pronti a calmarsi in qualsiasi momento per poi ripartire più fragorosi che mai. Aspettando Ribot è un disco di rimpianti, in parte. Un diario intimo e soggettivo che ricerca, nella metamorfosi, un ineguagliabile mondo in dissoluzione. Roberto Benatti, contrabbassista alla Scala di Milano, ci regala una visione del tutto personale e autobiografica di un universo fatto di paesaggi mutevoli e cangianti. Mondi costruiti attorno alle piccole cose, ai contesti di ogni giorno, alla vita simultanea e condivisibile che diventa perpetua e si affaccia sul nostro crescere, sul nostro costruire elementi portanti da qui al futuro. Dalla title track fino a Brivio il nostro gioca con le parole dipingendo dodici quadretti di vita famigliare tra un velato acquarello e una materica costruzione esaltante fatta di vissuti che lasciano il segno.



 

Casual boots – Rainbow night (Autoproduzione)

Garage pop sofisticato e impreziosito da contrappunti mai lineari e pieni di rimandi ad una scena difficile da trovare oggi, ma piena di essenzialità, ruvidezza, emblema di un universo in espansione che ricerca, nella semplicità del gesto, un punto di contatto con tutto ciò che può sembrare unico e in evoluzione. I Casual boots ci regalano una prova dove canzoni sovrapposte e piene di energia riescono a catturare l’attenzione perpetuando significati che profumano di scena americana e continui accenni ad una psichedelia di stampo metropolitano, compressa e sempre in attesa di nuove parole- suono su cui sperimentare. Questo EP è un insieme spigoloso, ma anche scanzonato,  di momenti e improvvisazioni. Un modo naturale di convergere e di dare spessore ad un’infanzia che non esiste più, ma che vibra ancora di ricordi, istantanee, di polaroid sensazionali da dove attingere una genuina meraviglia.


Arpioni – Rido e piango che non si sa mai – Jannacci secondo noi (Autoproduzione)

Jannacci secondo noi - Rido e piango che non si sa mai

Esemplare e sudata meraviglia che si affaccia alla contemporaneità incentrando uno studio che diventa emblema di un passato da scoprire e da rivalutare attraverso un’intensa ricerca che diventa asse portante di un album ricco di sfumature e bellezza da percepire. Gli Arpioni utilizzano lo ska, il reggae, una sorta di blues cantautorale per costruire una rivisitazione unica del repertorio di Enzo Jannacci. Non semplici cover, ma vere e proprie reinterpretazioni che si fanno materia preponderante nel dare anima e corpo ad un’impresa specifica nella forma, personale nella visione d’insieme. Un album scanzonato e nel contempo intelligente, come la musica di Jannacci ovviamente. Sorridere con la testa, sorridere alla vita questo è il significato che i nostri riescono a trasmettere nel sedimentare non un semplice tributo, ma una vera e propria occasione che diventa ponte generazionale nel dimostrare e nel mettere in scena un teatro che non conosce età e che si confronta inevitabilmente con la realtà di tutti i giorni. Bravi davvero.