Erio – Fur El (La Tempesta dischi)

Profumo di nordico in terra nostrana, tra i fiori di un candore acustico dal sapore retrò, tinti di un colore che non acceca, ma che abbaglia di luce calda e continua, misto al ghiaccio, misto alla neve:  passeggiare in lande desolate è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Erio ci accompagna, lo fa con grazia da cantante lirico mancato che si dona e fa scoprire un universo diverso, più reale e meno costruito, fatto di brughiere immerse nelle natura e di boschi di abeti e betulle, quasi a colorare il candore leggiadro del primo sole primaverile.

In bilico tra Bon Iver del For Emma e di Antony di I’m a bird now, rispettivamente le loro prove più dirette, il nostro dipinge attimi di vita vissuta quasi a sancire un testamento per la persona che ama snocciolando parole/immagini sensazionali che riscaldano e ci fanno vedere con occhi diversi la vita.

Un’elettronica a tratti disturbante, ma di sicuro effetto ci porta  a scoprire canzoni-perle di questo disco dalla prima Oval in your trunk finendo con On his van, dove tutto si conclude per lasciare posto a digressioni sonore che fanno da cappello ad un disco riuscitissimo e personale.

Un album fatto di natura e per la natura, trasformando il grigio delle città, in qualcosa di più alto, di più nobile, che guarda lassù nel cielo, come quella conifera in piedi da anni che si dondola allo spostarsi del vento, senza dar fastidio, senza essere al centro dell’attenzione, ma creando spettacolo uniforme agli occhi di chi guarda.