Gianluca De Rubertis – L’universo elegante (MarteLabel)

Entrare in questo universo elegante è fare un tuffo nel passato quando i cantautori riuscivano ad entrarti dentro come non mai esprimendo una costante ricerca di immagini che riguardano il presente, i nostri vissuti, le nostre aspirazioni e quella tiepida figura, quel tiepido bisogno di casa che portiamo dentro.

Gianluca De Rubertis è abile in tutto questo perché riesce con qualsivoglia disinvoltura a intascare una prova dal sapore d’altri tempi contornati però da tanta classe ed eleganza, cesellando con maestria le parti inutili scomponendole  e ricreandole a proprio piacimento in un continuo dar voce ai ricordi e alle speranze per un domani.

Una voce maschile che tocca le corde di un universo femminile, delicato e introspettivo che nel suo lasciare da parte le fantasie pop porno, anche se solo per un istante, regala tanta sostanza, dimostrandosi un cantautore dallo spiccato senso verista e qualsivoglia capace di creare un universo fatto di metafore, di amori andati a male e di un pop sopraffino che potrebbe essere la musica di un domani migliore.

A duettare in un paio di pezzi appaiono le voci, entrambe conturbanti, ma efficaci, di Amanda Lear e di Mauro Ermanno Giovanardi, rispettivamente in Mai più e Magnifica notte, lasciando il posto poi alla riuscita, di Fantiana memoria, Chiedi alla polvere fino a concludere il viaggio con Quello che resta.

Disco egregio che sa di storia, inutili altre parole, i testi di Gianluca sanno raccontare tutto ciò che gli occhi non riescono a vedere.