Neverwhere – Alone Together (Dotto)

Ascoltare questo disco mi porta con la mente a quando io diciottenne divoravo una cassettina con le canzoni di un live registrato non so dove, di un certo Jimmy Gnecco, grandissimo cantante dei The ours, pezzi sputati al suolo assieme al sudore del momento, un bar e qualche bottiglia di sottofondo, una chitarra e le sovrapposizioni sonore che ricordavano il miglior Jeff Bucley, pezzi di storia malinconiche che creavano in me un indelebile segnale di inseparabilità con un certo modo di fare musica.

Oggi ascolto molto volentieri le note del nuovo progetto solista di Michele Sarda, già con i New Adventures in Lo-Fi e Caplan nonché chitarrista degli America Splendor, musica che parla al cuore, musica che trascina e si discosta dal suono della massa per creare ascolti di profondo impatto ed essenzialità, racconti bellissimi e puri che parlano di un mondo che non ci appartiene e cercano invano, un modo semplice per fuggire, o perlomeno  tentano di dare un senso diverso ad una vita che come un puzzle è sempre mancante del pezzo giusto per poter essere finalmente completa.

Sono undici pezzi che talvolta si abbandonano ad elettricità distorta per poi rientrare prepotentemente in una dimensione più raccolta e nitida, cristallina quanto basta per ricordare Damien Rice o Tom Mcrae, una musica che esce dalla stanza da dove è stata concepita per abbondare gli animi di nuova luce, in un’eterna ricerca di un posto nel mondo in cui vivere.