The dark side of the Wolf – Amycanbe – Laboratorio I’M Abano Terme 25/04/15

Ero un cantautore, giovane e spensierato…così posso iniziare questo live report, si perché ricordo di una piattaforma che si chiamava Myspace, dove ognuno di Noi poteva caricare le canzoni e sperare che qualche buon’anima le ascoltasse, quello che facevo, alla ricerca di fonti d’ispirazione, collegamenti, possibilità di interagire con chi la musica la faceva già da prima di me e aveva la possibilità di insegnarmi, stupirmi, meravigliarmi.

C’era un gruppo, fra gli altri, che mi aveva colpito: un’immagine del profilo dai toni blu scuro, un palco e una band, dal soffitto scendevano degli enormi origami e questo bastava per creare anche solo per un momento la magia, la voglia di progettare un palco come il loro, il desiderio di scoprire di più.

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Passa il tempo e la band acquisisce una notevole importanza nel panorama indie italiano e non, tanto da poter vantare collaborazioni con produttori internazionali di grande fama e apparire in raccolte musicali di mezzo mondo: la band per eccellenza nostrana dal suono più internazionale, la band che sa mescolare l’elettronica dei Lali Puna alle dispersioni in solitutidine tra le vette del bimbo A dei Radiohead passando per l’atmosfera di Bon Iver e l’essenzialità emotiva di un post rock che tocca cavalcate islandesi tra i ghiacciai di Jonsi e della sua band.

Amycanbe ad Abano Terme, Laboratorio I’M, 25 Aprile 2015.

Un’oretta di strada che mi separa, io che vivo nell’alto vicentino, non posso farmi scappare un’occasione così importante anche perché se non si fa strada in Italia per ascoltare questi gruppi per chi mai si dovrebbe fare? Martina è emozionata quanto me e la serata si preannuncia alquanto positiva.

Arriviamo, il Laboratorio I’M, è un posto strafigo, arredato con oggetti e mobili eco sostenibili e di riciclo costruiti dai ragazzi che lo utilizzano anche come ambiente di co-working in un’ottica di condivisione dei saperi e rispetto per l’ambiente. Locale di grandi dimensioni per la zona e ben frequentato (a Vicenza non abbiamo nulla del genere) che ambisce ad essere un punto di riferimento alternativo per passare le serate del fine settimana.

Ore 23.00 o poco più, salgono sul palco gli Amycanbe, Francesca già Comaneci, Marco e i due Mattia, tra sintetizzattori e batteria acustica contaminata dall’elettronica a infondere un nuovo senso, un nuovo corso al tutto per la presentazione del nuovo album Wolf / Flow.

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Si perché la parte oscura del flusso si traduce nel lupo e viceversa, alla ricerca di un contatto costante con la natura, con la vita di tutti i giorni e con la delicatezza introspettiva che ammalia come luce.

Francesca timida come sempre, ma allo stesso tempo capace di raccontare e raccontarsi tra movenze robotiche e movimenti circolari, stoppati dall’incedere della batteria e carichi di ammaliante suggestione post rock in accenti e fraseggi che sono immagine onirica per i nostri occhi.

DSC_5966Le canzoni scorrono egregie e il suono creato ha la capacità di conquistare un pubblico attento e partecipe, si parte con I Pay, seconda traccia del nuovo disco e via via si avvicendano, come fiume in piena, 5, Grano le passate Tell Me, la sempre meravigliosa Your Own Thing per ritornare alla perla sonora Bring back the grace e inesorabilmente fare un salto indietro nel tempo con Please e White Slide il tutto convincendo e aggrazziando un muro sonoro che vede i quattro polistrumentisti destreggiarsi tra cambi non conclamati, ma estremamente convincenti. Where From è pura poesia, tra i ritmi di Febbraio e il tormentone Everywhere per concedersi in un falso finale con l’intensa e combattente Fighting.

I bis sono affidati a Queens, Buffalo presente in coda a Mountain Whales e l’attesa Rose is a rose a segnare l’infinita associazione delle cose alle emozioni in un flusso che non sembra finire.

Il lupo, il flusso, la parte oscura della luna, il ritorno e l’oscurità, la tenerezza dei sorrisi e la sincerità di chi la musica prima di tutto la ama, la vive e la sente colonna sonora quotidiana imprescindibile, fuori dai luoghi comuni, in una ricerca carica di significati, alle volte misteriosi, nascosti e celati, forse dal sogno, dalla nostra paura di svegliarci, dal desiderio di vivere ad occhi aperti tutto questo e se il nostro volere è divenuto eterno divenire è anche grazie agli Amycanbe.

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