Angelo Daddelli & I picciotti – Angelo Daddelli & I picciotti (800A Records)

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Otto pezzi che infrangono i muri di confine per consegnarci un suono pregno di risultato, pieno di influenze, di storie e di vita. Sembra di ascoltare un miscuglio eterogeneo di world music conficcata nelle ultime produzioni di De André in una ricerca mediterranea di amore per la musica, amore per l’arte, amore per la gente. Angelo Daddelli & I picciotti riescono nell’impresa di mettere in musica una vitalità davvero sorprendente. In questo album ci sono storie di lavoro, di emigrazione, storie di sudore e abbandoni. Lo si percepisce da un sole che consuma le rughe e si fa nel contempo sorriso oltre le difficoltà quotidiane. Ci sono canzoni sorprendentemente cariche di una forza oltre ogni aspettativa. Un disco che sa far ballare, sa far riflettere, imprigionando l’attimo in una tradizione che diventa contemporaneità  e non delude, ma piuttosto incarna un pensiero in canzoni come l’apertura di U puddicinu passando per la bellissima Ti ti ti, Abballati, Comu si beddra, Vicariota. Ciò che ne esce è un insieme di pezzi che prende spunto dalla vita di tutti i giorni raccontando di una terra mai spezzata, ma bisognosa di un punto condiviso da cui ripartire.


Fabrizio Cammarata – Lights (800A Records/Kartel Music Group)

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Viaggio di tempo e di memoria custodito nella complessità di questo mondo ad incidere su carta e sudore i segni di questo nostro vivere. Ritorna Fabrizio Cammarata con un disco sorprendente. Un album dove il cantautore concede al vento della vita un senso necessario di scoperta che non raccoglie momenti di tristezza, ma piuttosto trova nel riscatto e nella riscoperta delle cose belle e preziose un punto essenziale e necessario per ripartire. Lights raccoglie al proprio interno momenti che non si scordano di certo. I singoli Timbuktu e Run run run sono punti unici di una poetica che diventa scoperta e pone le basi per la costruzione di mondi dalle tinte folk. Cantutorato quindi, ma anche amore per le radici del mondo. Da un Springsteen solitario ai Counting crows passando necessariamente per Damien Rice e Glen Hansard a ristabilire un equilibrio personale, un equilibrio di forma e sostanza. Lights è un disco diretto e profondo. Un album che concentra al proprio interno musicalità e ricerca. Un insieme di pezzi mai banali, ma piuttosto intrisi di significati che diventano evoluzione, che diventano legami, che diventano noi. 


Alessio Bondì – Nivuru (800A Records)

Suoni contaminati dal Brasile all’Africa, passando per gli odori del Mediterraneo a creare un connubio perfetto tra lingua e musica che sembra trovare il suo apice in un’articolazione di fondo autoriale molto particolare e ricercata. Il nuovo disco di Alessio Bondì è un viaggio interiore attraverso mondi lontanissimi che grazie ad una musica sensuale e alquanto ricca di rimandi ad un vissuto intenso getta le basi per costruzioni sonore contaminate da un funk, da una samba che sembra cantata in portoghese, ma in verità il dialetto siciliano si fa veicolo e lingua portante per questo Nivuru entusiasmante. Nero è la traduzione di questo album che sembra un insieme di canzoni colorate , ma che al proprio interno nascondono un’anima introspettiva che scava negli abissi di ciò che ci portiamo dentro tentando di colorare, attraverso immagini, i pensieri discostanti che ci toccano giorno dopo giorno. Alessio Bondì ci regala un disco composito, strumentalmente ineccepibile, dove poesia e musicalità si incontrano per abbracciare il mondo intero. 


Aurora D’Amico – So many things (800A Records)

Velati suoni soppesati dalla luce del sole entrano in contatto con un eterea visione tangibile di sogni abbandonati, di sogni da perseguire in un’incessante attesa che dura un’eternità e lascia dietro di sé polvere mattutina di bisogni da rincorrere e assaporare. Aurora D’Amico esce con il suo primo full album, canzoni acustiche edulcorate e piene di bellezza da sentire, passi leggeri all’interno di stanze vuote fanno da contorno ad un bisogno di comunicare con voce un paesaggio, un mondo lontano, partenze e abbandoni, ritorni e ancora amore per le proprie storie, quelle stesse storie che ora ritroviamo in questo So many things sotto forma di diario in musica. I riferimenti più diretti si rivolgono all’oltreoceano, Christina Courtin e Nerina Pallot su tutte, in un suono che passa dal folk al rock con immediatezza mai conclamata, ma piuttosto rende omogenea una proposta che snocciola con maturità dieci perle da collezione, dieci brani da ascoltare quando siamo alla ricerca di un qualcosa che forse non vedremo mai, ma che desideriamo con forza ogni ora, ogni giorno.