Società per l’industria del freddo – L’attesa di Rimbaud (LaClinicaDischi)

Spleen sonori che inarcano l’anima e concedono costrutti esistenziali che irrorano la mente di possibilità e lasciano spazio a deflagrazioni sonore in divenire, malinconiche composizioni in appigli dark che caratterizzano di base un’esigenza di convincere e assurdamente incidere la propria esistenza, dando un senso al quotidiano e riprendendosi l’abbandonato in pezzi che non sono propriamente freddi, ma che abbagliano di quella rara luce che si apprezza alle alte latitudini, quella luce quasi bianca, quasi eterna che non possiamo fare a meno di ammirare, tra la poesia decadente e un bisogno di fuggire da un sistema che non ci vuole protagonisti, ma relegati ai bordi, tra i ricordi del tempo che fu, costretti ad un’emancipazione che mai a nulla ci porterà.

Esigenze quindi di essere diversi, maturando quell’eternità che tanto ci manca, quell’eternità che non è raggiungimento di un mondo mistico e ideale, ma sostanza che ci libera dai mali dell’anima; in questo la Società per l’industria del freddo riesce nell’intento, tra chiaro scuri esistenziali e tanta passione per la ricerca che non finisce all’apparenza.