Riforma – Ciao Carissimo (Autoproduzione)

L’esperienza che si fa fisicità per un disco d’esordio dall’altissimo peso emozionale che con forte capacità critica si espande verso orizzonti sedimentati nel tempo e si intromette di prepotenza per lasciare spazio ad un rock di matrice britannica intessuto a trame di new wave anni ’80 per una prova iniziale che ha il sapore della polvere e delle atmosfere in divenire, le atmosfere che si espandono lasciando a chi ascolta un’immedesimazione fuori controllo, il bisogno essenziale di essere se stessi, che poi tanto così non è, alla ricerca di un approccio immediato in una società che di immediato non ha proprio nulla e poi i sentimenti, quelli veri, che qui si spogliano di ogni struttura per denudarsi in un’introspezione che è quasi sussurro amichevole, alla scoperta di tracce che fanno da apripista a lavori futuri, un album che già dalla title track dimostra le potenzialità della band come attraverso gli esistenzialismi di Esserci o la scoperta di La tua metà fino a quella Io mi chiedo che è emblema di un lasciarsi senza capirne il perché.

Un disco intimo rock, dai toni cupi e misteriosi, i neuroni che si nutrono dello stesso sangue di vita che accarezza la sera, dopo la tempesta.