Il Re Tarantola – Scopri come ha fatto il Re Tarantola a fare 50.000 euro in una settimana (La Stalla Domestica/Fil 1933/Edison Box)

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Il Re Tarantola non risparmia nessuno e con savoir-faire da primo della classe prende per il culo con critica arguta qualsivoglia forma precostituita di moda o mercificazione di massa in un ennesimo disco che fa dell’ironia tagliante un punto di forza, concedendo spazi ad un rock che ha il sapore degli Skiantos meno demenziali però, ma più ancorato a questa e ad altre realtà che ogni giorno ci vedono protagonisti del nulla che avanza. Già dal titolo, con sottile sarcasmo, si prendono di mira band come I cani o i The Giornalisti, che hanno fatto di alcuni slogan delle loro uscite discografiche delle vere e proprie reliquie per le masse. Il Re Tarantola è lontano però da tutto questo, di certo non è mainstream, ma piuttosto un cantautore rockettaro lo-fi che si sbizzarrisce nel parlare di questa ed altre sfortune per un album che trova già nell’ironia dei titoli un punto sicuro da cui partire. Pezzi come l’apertura Boero, Mi odio o Eroina per bambini iperattivi fanno presagire una goduria totale nello sbarazzarsi dei cliché imposti intraprendendo la strada solitaria del “faccio ciò che voglio e lo faccio pure bene” in sodalizi con le disavventure quotidiane che hanno il sapore del poeta naif sempre pronto a stupire.