Il pinguino imperatore – domeniche alla periferia dell’impero (Stormy weather)

Commistione e substrati di intellegibilità che vanno oltre l’idea di musica pre confezionata, ma che si stagliano  all’orizzonte in un pot pourri di colori vivaci e ironici capaci di intrattenere un pubblico esigente e affamato di novità.

Definirlo avant rock sarebbe quasi riduttivo, infatti i nostri riescono nell’intento di affinare una tecnica cresciuta nel tempo per confezionare una prova esigente e in perfetto equilibrio tra un Zappa d’annata e un Elio attuale passando per l’energia sviscerale degli At the drive in fino a scomporsi nella magia delle parole dei Marta sui tubi, per testi che sembrano portatori di un non sense quasi dichiarato, ma che dopo numerosi ascolti si fa reale e tangibile, ricco di costrutti e parole nascoste che acquisiscono senso e significato; una poesia dentro la poesia per una prova che stupisce e lascia all’ascoltatore interpretazioni variegate ed emozionali.

Sono dieci canzoni sospese, personali e corrosive, entrano con facilità e il senso di smarrimento iniziale si placa fino a scorrere lungo le profondità del finale lasciato a Cul de sac per un album fatto di sostanza mutevole e preziosa, da custodire in questi tempi bui.