Perfect Cluster – Flow (Autoproduzione)

E’ un flusso che si espande verso un orizzonte indefinito, un’enorme macchia di sangue pronta ad incanalarsi nelle fessure della nostra anima e inglobarci in un mondo parallelo fatto di oscurità, di ricerca e di abbondanza mai sterile, tra tentativi di immolare l’opera rock ad un concetto mai astratto, ma tangibile, capace di sfiorare la parte più buia che risiede dentro di noi. I Perfect cluster in questa nuova avventura chiamata Flow spaziano abbondantemente tra teatralità e rock elettronico del secolo scorso privilegiando un’appartenenza tacitamente espressa a gruppi come Tool, Nine Inch Nails e Massive attack in sodalizi estremi di potenza e controllo dove a farla da padrone, oltre che l’originalità della proposta, c’è la capacità di un trio che conosce tecnicismi evoluti e sa cogliere lo spirito del tempo alla perfezione e in modo quasi maniacale. Tutto questo si può scorgere già con il pezzo di apertura Get it loud, proseguendo con il singolo Speed e poi via via in canzoni come la stessa title track o attraverso le vibrazioni finali di After the suicide. Flow è un disco molto particolare che si discosta dalle proposte italiane attuali, un album che riesce a coniugare internazionalità senza cadere nel banale, senza scopiazzare nessuno, ma piuttosto in grado di perseguire una perfezione che ha il gusto del naturale decorso delle cose.