Oceans on the Moon – Tidal songs (NewModelLabel)

Si ascoltano gli Oceans on the moon e nel contempo ripercorriamo la storia del rock-pop degli anni 2000, si parte con i Radiohead per struttura sonora e arpeggi discendenti che fanno venire i brividi al solo contatto con le nostre orecchie, ci sono i Coldplay, i primi Coldplay, legati alla malinconia di fondo che si intreccia  a quel suono un po’ sporco che caratterizzava il grunge di fine ’90; c’è l’elettronica che crea atmosfere e strati su strati fino a comporre una tela definita dal lieve contorno della brina che si scioglie e ci incanta per tanta bellezza, così ossessiva e così accogliente.

Poi nel disco ci sono gli Editors, ci sono gli Interpol e anche qualcosa di Robert Smith, in primis però ci siamo dimenticati di ricordare che c’è Andrea Leone e Marco Martini, due geni impazziti che si divertono a ricreare mondi da percorrere e da esplorare trattenendo il respiro e che si insinuano lentamente dentro ai nostri occhi.

Nessun pezzo spicca o prevale sugli altri in quanto la coerenza e la bellezza delle 8 tracce amalgama in modo efficiente il contorno delle cose a definire un linguaggio che potrebbe essere comune, universale.

Un’elettronica ben calibrata che promette e molto direi, portando questo duo sul gradino più alto della musica nazionale e internazionale a fianco di Joy Cut tanto per citare qualcuno e a fianco di quel genere sempre in rinnovamento che caratterizza mostri sacri prima lontani, ora percepibili.