Luis Leo – Dell’essere liberi (La Sete Dischi)

 

Strutture lineari, parole che si deformano, incantano e parlano di quotidianità sparsa alla velocità della luce, alla velocità del tocco di un gesto, di una carezza, in un insieme di canzoni prettamente pop sintetizzate a dovere da riff divertenti e ben congegnati dove architetture concentriche si sposano a meraviglie con il sapore delle cose più genuine. Il progetto solista di Leonardo Borrelli è un fare e disfare la materia, è essenzialmente un affacciarsi alla finestra della vita osservando da più punti che cosa ci possa riservare il futuro che cosa ci aspettiamo dalle nostre azioni e che cosa manca ancora per sentirci reali. Pezzi come l’apertura Schemi su schemi intrecciano melodie baustelliane contagiate da band come Arcade Fire per proseguire con canzoni importanti dai titoli esistenziali come Che senso ha, Io resterò, Frenetica; brani questi legati al filo invisibile dell’indie rock spruzzato dal cantautorato meno appariscente, ma comunque in grado di donare al progetto una dimensione di alta comunicabilità. Dell’essere liberi è un uscire allo scoperto dalle prigioni del nostro essere, è una manciata di canzoni che vanno oltre il pop impacchettato a dovere nella forma e nella sostanza. Un piccolo lavoro di ricerca quindi e passione che Luis Leo sa conformare a proprio piacimento e interesse. Un disco leggero solo in apparenza.