House of tarts – House of tarts (Autoproduzione)

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Dimensioni sghembe elettroniche che ritrovano un appeal esistenziale nella concentrazione unisona di suoni che rispecchiano un mondo in decomposizione e alienante capace di straniare grazie ad atmosfere da horror b movie anni ’80 in un condensato da sistemare, ma che ammalia per coraggio, dose di sperimentazione appropriata quanto basta e vacuità di fondo che annebbia e ci conduce attraverso un mondo privo di punti fermi e in grado di variare ad ogni battito di ciglia. Le House of tarts sono un duo alquanto particolare capace di dimenarsi tra sintetizzatori e basso creando tappeti sonori carichi di quella schiettezza che porta con sé la post adolescenza incipriata da citazionismo colto che assorbe e porta a scoprire la realtà tra The Yellow line passando per la riuscita A day as anubi e My lullaby per poi tornare alla potenza di fondo con Unjohn50 e alla dolcezza del finale lasciato a Pearl. Le giovani sperimentatrici insaccano una prova davvero particolare che necessiterebbe soltanto di qualche aggiustatina nella cura del suono e delle voci; un duo che ha già le fondamenta per diventare le nuove Lilies on Mars.