Goodbye, kings – A moon daguerreotype (Autoproduzione)

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Rarefazione sonora incalzante e vibrante capace di disegnare in modo del tutto sospinto e fuori dal tempo una fotografia in bianco e nero dal sapore del velluto e vaporosa insinuarsi lentamente all’interno delle nostre coscienze. Disco complesso, architettonicamente maestoso che in sostanza se ne frega delle mode del momento per farci piombare all’interno di costruzioni di nobile fattezza e di assurda e maniacale importante visione. Un post rock emozionale per la band milanese che affonda le radici in band come Godspeed you! Black emperor, un album davvero notevole sotto diversi punti di vista. Le  canzoni si sottraggono all’idea di imperfezione e concentrano spasmi d’autore dalla traccia d’apertura Camera Obscura fino alla canzone, nel finale che da il nome al disco per un insieme poderoso di suoni che in questo concept calcolato stupiscono ascolto su ascolto.