Giuseppe Fiori – Spazi di vita scomodi (Discipline/Audioglobe)

Disco d’esordio per il bassista Giuseppe Fiori già, per intenderci, con Rezophonic ed Egokid, album stratificato che guarda al rock d’autore di fine ’90, caratterizzato però da suggestioni moderne dove gli spazi angusti e stretti della nostra vita si fanno pretesto per creare canzoni domestiche che si affacciano ad una musica che non si lascia contaminare da troppi orpelli sofisticati, ma piuttosto dà importanza ad una voce alquanto particolare che ricorda il migliore Benvegnù, per canzoni che brillano di una luce propria e lasciano il segno al loro passaggio. Nella struttura musicale, troviamo, nell’aiutare il nostro, diversi nomi di spicco del panorama musicale italiano come Lele Battista, produttore anche del disco, Andy dei Bluvertigo, Gak Sato, Tao e Raffaele Fiori batterista e fratello del cantautore, musicisti in grado di dare un senso ad una musica contaminata che ha il sapore del vintage contemporaneo e che si staglia nel rappresentare egregiamente quadri estemporanei che nascono proprio da Spazio per passare all’importanza di Segnali di fumo fino a Significati e significanti a cercare nuove prospettive e richiami di vita che in questo disco si fanno reali, tangibili e soprattutto carichi di contenuti.