Giacomo Toni – Nafta (Brutture Moderne)

Disco proiettato dagli anni ’80 ai giorni nostri tra le nebbie del sentirsi soli e quell’atmosfera grigia della pianura che non consola, ma annerisce pensieri, li riempie di acquazzoni e li stende a terra senza possibilità di muoversi, senza possibilità di riscatto. Giacomo Toni ingabbia i sentimenti e parla di cruda realtà analitica quasi in stile punk naif, ma di certo con fare prorompente e soprattutto senza niente da perdere il nostro confeziona un disco duro e crudo che non cerca le mezze misure, ma piuttosto qualcosa di nuovo tra le produzioni musicali odierne. Il suo cantautorato non trova appigli nel già sentito, ma piuttosto trova una valvola di sfogo attraverso la vita di strada che si fa narrazione convinta e di indubbia qualità, uno slancio che parla al popolo dello schifo in cui annega giorno dopo giorno e dei bar di provincia che nascondono le lezioni di vita più importanti. Un album eclettico e fuori dal coro, una moderna Antologia di Spoon River in cui ogni storia, ogni persona è un tassello importante per creare costruzioni lontane dal mondo luccicante del chiacchericcio moderno e capaci di entrare nella realtà quotidiana attraverso un sapore astratto di scosse improvvise e vitalità inaspettata.