Disco che intreccia il male raccontandolo sotto diversi punti di vista in una ricerca tendente all’immaginazione fatta di cupezza e oscurità abbagliante in un vortice concentrico di ambientazioni sintetizzate a risanare e a recuperare in qualche modo l’abbandonato. Suoni a profusione si fanno strada attraverso una musica in simultanea con l’intorno a creare un intero che sulle note di un noise rock d’apparenza sfonda il muro della quotidianità a cui siamo abituati per dare forma ad una musica in costante mutamento. Il male banale si sofferma sulla realtà che viviamo giorno dopo giorno e i GarageVentiNove sanno costruire architetture ideali che in questa piccola rappresentazione trovano il loro gusto di appartenenza, la loro forza vitale. Dieci pezzi che assumono a tratti le connotazioni di un post punk scardinato per l’occasione e grondante ideali da far valere da qui al futuro.