Erica Romeo – White Fever (Autoproduzione)

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Elettro rock dalle venature folk impreziosite da gemme artistiche che trasportano volontà e aspirazioni in un contorcersi di vibranti armonie cantate in inglese che si fanno ricordare e accennano all’oltreoceano come fosse pane quotidiano, un incalzare, un innalzarsi di quota  per raggiungere vertiginose altezze.

Un piccolo ep, un concept album che racconta e getta le basi per una solidità da mantenersi in futuro, un ritmo importante, ambientazioni elettroniche che portano a raccontare di un uomo bianco febbricitante nel distruggere tutto il mondo attorno, questo in White Fever per poi passare a Secret nel riscoprire la vita partendo dagli occhi di un bambino, un innocente visione del mondo fatto di ricordi su cui ancora sperare.

Graduate Shadings parla di un amore malato, un amore da cui non ci si può staccare e imperterriti si tenta giorno dopo giorno di creare la vita dove qualcosa di fondo manca ed è assente, via via che il disco si apre lascia spazio alla ballata Bonnie e Clyde e al singolo Little corner dove qui l’amore ritorna sottoforma di albero vitale che da frutti rigogliosi.

Nel finale Secret Reprise: un’infanzia che non vuole finire.

Un disco che è un puzzle emotivo, un album che raccoglie dei vissuti e li consegna all’ascoltatore come fossero petali di un fiore, quel fiore che ci appartiene e che tentiamo giorno dopo giorno di far sopravvivere.