Entrofobesse – Sounds of a past generation (Seltz/Viceversa Records/Audioglobe)

Corpi che si aggrovigliano e rilasciano al tempo un’ondata di aspettative che non si concretizzano, in un’oscurità celata dal profondo della nostra anima, dalla necessità di dare un senso a tutto quello che ci circonda, noi miseri esseri umani alle prese con substrati di energia da imbrigliare ed essenza viva da far propria per ritornare alla base, ritornare ad essere quello che non siamo stati mai.

Quello di Entrofobesse è un album che porta con sé carattere da vendere, raccontando di eventi immaginifici, affondando e ritornando dall’aldilà permettendo al nostro essere di cercare di dare un senso a quello che stiamo per fare, tra buchi neri e riempitivi, dopo sette anni dall’ultima uscita di Behind my spike, i nostri sono tornati più lisergici che mai incrociando sapientemente psichedelia cosmica a tanto rumore con ritratti ben delineati di un amore per la musica targata ’70, sia per approccio che per suoni utilizzati.

Ne esce un disco straordinario, che ci fa catapultare la mente dentro ad un altro mondo, un mondo che può essere diverso, in grado di cambiare la nostra mentalità, spazzare via l’inutilità del momento per dare un senso maggiore al nostro vivere; in queste tracce c’è tutta la nostra capacità di uscire dal buco di vita a cui siamo relegati per ambire ad orizzonti da osservare con occhi luccicanti.