Emotu – Meccanismi Imperfetti (Autoproduzione)

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Suoni elettronici e vagamente new wave che intercorrono attraverso le emozioni e le vicissitudini di questo disco compresso in poetiche industrial pronte a rinfrancare l’animo romantico di una musica dal facile ritornello, ma dalle intersezioni mai banali che trovano nel vissuto del momento attimi per raccontare una storia da vivere in primo piano. Gli Emotu creano atmosfere davvero importanti per un album concentrico che sembra quasi parlare vicino al cuore, ma in maniera del tutto inusuale, Meccanismi imperfetti parla di noi e dei nostri fallimenti, Ogni cent’anni, la canzone d’apertura nonché primo singolo estratto è un gioiello di pura necessità che si fa ascoltare più volte per poi proseguire processi di installazione sonora con pezzi come Vento a Monastir, Eva su Marte, Actarus o la bellissima, nel finale, Vertici precipizi. Gli Emotu ci consegnano una prova matura e stilisticamente importante che sicuramente non segue le mode del momento, ma piuttosto si rifugia in un passato che vedeva ancora la forma canzone come punto fondamentale e di di sicura valenza nel lanciare un messaggio. Meccanismi imperfetti è una sorta di strada da seguire in questo labirinto chiamato vita che trova nel ricordo un filo necessario per la nostra libertà.