Egon – Il cielo rosso è nostro (Autoproduzione)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.Tuffi profondi in dissolvenza in grado di rispecchiare parabole ascendenti nei confronti di un disco in completa evoluzione contagiosa che si esprime nell’attimo dopo l’attesa, si esprime in un insostenibile bisogno dichiarato di passare dalla luce al buio, dal momento del crepuscolo fino alla nuova alba ed è qui che i nostri Egon si collocano, là dove c’è la notte più scura, cupa e nera, là dove ci si perde per poi ritrovarsi, tra incursioni rock legate indissolubilmente agli anni ’90 e quel parlato tipico di produzioni indie più moderne che si alterna facilmente e dona spazi di apertura anche all’inglese di Dry o almeno in parte, brano alquanto riuscito che incontra e scontra parallelismi doverosi ricordando gli Smashing Pumpkins di Try, try, try in un concentrato di lirismo rock e underground capace di maturare sempre più nel tiepido bagliore di un giorno pronto a morire, per lasciare posto alla tanto cara oscurità che ingloba.