Don Juan and the Saguaros – Don Juan and the Saguaros (Goodfellas)

Rock and Roll mescolato al country folk rincorrendo serpenti lungo le vie infinite e desertiche che rapiscono per afosità giornaliera e strati continui di calore sovrapposto, un ballo infinito lungo le strade del tempo, sotto quel sole che non ama nascondersi e che direttamente fa capolino per riscaldare eccessivamente i volti di sudore e di storia vissuta.

Don Juan assieme ai Saguaros confeziona una prova in bilico tra un Johnny Cash meno introspettivo, un Micah P Hinson in stato di grazia e il classico Dylan assieme alla The Band.

Un disco dal sapore polveroso, ma che si insinua piano piano fino a farti scordare tutto ciò che è inutile per condurti in luoghi lontani fatti di arroccamenti legnosi e  pietre lasciate scolpire dal vento, da quel vento che ha cambiato la storia ancora una volta, una sostanza fatta di libri che narrano la vita, racchiusa, riscoperta e immolata.

Un album che non si lascia dietro troppi pensieri, non si rifà ad una ricerca vera e propria, ma si fa portatore di nuovi attimi di vita rimescolando le carte in tavola di un saloon dimenticato e trasformando il già sentito in un qualcosa che affascina, porta in alto il sapore e il valore di un ballo che non vuole mai finire, su assi scomposte e ricche di spessore.

Musica quindi che rapisce dalla prima all’ultima traccia che riesce a creare un vortice sovrapposto che per metafora si accosta alla gonna della ragazza che ti è sempre piaciuta e che si lascia andare vorticosamente in una danza che non ha fine.