Diaframma – Siberia Reloaded 2016 (Diaframma Records/Self)

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Uomini solitari vagano camminando nella neve, luoghi inospitali dell’anima e inesplorati dove il respiro si fa affannoso e si chiude dentro a scatole senza via di fuga in abissi solitari ai benpensanti, nella ricerca sostanziosa di un dileguarsi d’ombre che permetterebbe all’essere umano di ritornare a vivere.

Quelle ombre del passato, le ombre di quel 1984 però, parlano ancora e sono ancora vive, non ci abbandoneranno mai, ecco perché questa impresa di re incisione fatta da quel genio indiscusso poeta di Fiumani una prova che ai molti sembrerà autoreferenziale e costruita, a mio avviso invece necessaria per mantenere e ricordare ciò che è stato, forse qui in veste nuova, tra arrangiamenti più puliti e aperti, meno cupi sicuramente, ma capaci di delineare quella wave trasportante che caratterizzò percorsi sonori di un tempo, musica e rabbia di uno stato delle cose, apparente bisogno di mobilità da incidere.

Ad impreziosire la proposta sei pezzi nuovi, Same, Envecelado, Niente, Non Morire, Lanterna Cieca e Taranto 1982, canzoni catapultate in un’altra epoca, seppur nella loro modernità, capaci di integrarsi al meglio con i classici di Siberia e le cosiddette Brevilinee strumentali di un Maroccolo in sperimentazione costante, attento scrutatore di un disagio che ha fatto la storia, il tutto accompagnato dai disegni in copertina di Manuele Fior.

C’è chi si reinventa andando a fare il giudice ad X-Factor e chi incurante delle mode e della fama ci sbatte in faccia la bellezza di ciò che è stato e Siberia Reloaded è un inno che sa raccontare il nostro tempo.